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Anno II - N. 4/5 Luglio/Ottobre 2002


Panorama comunitario - In Italia la Conferenza Internazionale
Un piano d'azione per lo sviluppo sostenibile della pesca nel Mediterraneo
Luigi Campo

Il 9 ottobre u. s. la Commissione Agricoltura e Pesca della UE, presieduta dall'austriaco Franz Fischler, ha comunicato al Consiglio e al Parlamento europeo un piano d'azione, che mira a conseguire, nell'ambito della politica comune della pesca, la conservazione e lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nel Mar Mediterraneo.
Il piano, presentato sotto forma di iniziative che saranno messe in atto nei prossimi 3 anni, traccia le linee direttrici della politica della pesca nel Mediterraneo. Tale politica sarà definita dopo aver consultato le parti interessate, la comunità scientifica e le amministrazioni nazionali e in seguito all'accordo finale col Comitato Consultivo per la Pesca e l'Acquacoltura (CCPA), col Comitato Scientifico, Tecnico ed Economico per la Pesca (CSTEP) e col Consiglio della UE.
Riportiamo una sintesi del documento e il calendario delle iniziative in programma, invitando i nostri lettori a consultare il nostro sito web per una lettura integrale del documento e a inviarci via e-mail osservazioni e commenti.
Il piano d'azione è introdotto dall'affermazione dell'importanza che la pesca mediterranea ha nell'attività peschereccia della comunità: l'80% della flotta peschereccia comunitaria è costituito dalla flotta mediterranea (circa 33.000 unità); su questa flotta lavora, a tempo pieno o parziale, il 42% dell'occupazione complessiva nel settore comunitario delle catture ittiche.
Viene quindi affermata la specificità del Mediterraneo, che con l'estensione ridotta delle acque nazionali rispetto alle acque internazionali, la relativa importanza degli stock transzonali e comuni, le caratteristiche tendenzialmente artigianali dell'attività di pesca e la scarsa disponibilità di dati scientifici, si ripercuote sulla politica di conservazione della PCP.
Segue un'analisi della situazione delle risorse ritenute sovrasfruttate da diverso tempo.
La commissione anzitutto ritiene necessario riesaminare la ripartizione delle competenze di gestione nel Mediterraneo. Per la pesca costiera, che non riguarda stock comuni, alcune competenze potrebbero appartenere alle autorità locali o nazionali e si lascerebbe all'UE il compito di definire norme comuni relativamente alla conservazione e alla tutela dell'ambiente per le attività di pesca che coinvolgono più Stati.
In specifico la Commissione propone:
  • la creazione di zone di pesca protette al fine di esercitare un maggiore controllo sulle attività e prevenire pratiche illegali, che, oltre a danneggiare le risorse, creano concorrenza sleale tra le flotte;
  • la riduzione dello sforzo di pesca come principale strumento di gestione delle risorse mediterranee. Si ritiene necessaria l'introduzione di misure che limitino l'accesso alla pesca e riducano le dimensioni delle flotte e dei tempi di pesca;
  • la riduzione dell'impatto negativo degli attrezzi da pesca, distinguendo tra misure tecniche per la pesca costiera gestite dagli Stati interessati e regolamentazione comunitaria per le situazioni che coinvolgono più paesi.
Le misure tecniche devono tendere ad aumentare la selettività degli attrezzi per evitare la cattura di giovani individui e ridurre i rigetti in mare;
  • il miglioramento dell'applicazione delle misure di controllo, creando un migliore accordo tra caratteristiche dei pescherecci, licenze e permessi di pesca, promovendo l'armonizzazione multilaterale delle norme in materia di controllo e combattendo la pesca illegale;
  • il miglioramento delle conoscenze scientifiche, evitando la dispersione dei dati su stock e risorse ittiche del Mediterraneo;
  • la creazione di un Consiglio consultivo regionale per il Mediterraneo consentendo la partecipazione più ampia di tutti gli interessati alla gestione della pesca;
  • lo sviluppo della Cooperazione internazionale per definire una politica della pesca nel Mediterraneo che garantisca uno sfruttamento sostenibile.
Si tratta in realtà di misure veramente "ambiziose"; solo un confronto aperto e sostenuto dalla volontà decisa ad uscire dall'empasse che trattiene la pesca mediterranea nel groviglio delle sue specificità può trasferirle nella storia futura della pesca delle nostre regioni.
Il primo importante appuntamento per cominciare a dare corpo a queste ambizioni, una Conferenza Internazionale della Pesca nel Mediterraneo, è stato fissato: si terrà in Italia nel secondo semestre 2003.
La cultura mediterranea, faro perenne della storia mondiale, non tradirà di certo le aspettative aperte dalle proposte avanzate dalla Commissione.

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