Assopesca Molfetta

AssopescaInforma
Anno II - N. 4/5 Luglio/Ottobre 2002


Attualità
VII Piano triennale Pesca e Acquacoltura


Sintesi dei contenuti presentata dal Direttore Generale della Pesca, dott. Attilio Tripodi, il 28 ottobre 2002, alla Commissione Consultiva Centrale per la Pesca Marittima, presieduta dal Sottosegretario on. Paolo Scarpa.
 
Il Piano triennale della pesca e dell'acquacoltura è lo strumento di programmazione pluriennale, previsto dalla legge 41/82. Il VII Piano è stato redatto secondo quanto previsto dall'art.2 della legge 41/82, che ne prescrive l'organizzazione in tre parti fondamentali, rispettivamente: "attività in mare della pesca marittima e sviluppo dell'acquacoltura", "strutture a terra collegate all'esercizio della pesca marittima" e "ripartizione degli stanziamenti".
Il VII piano si colloca in una attiva fase evolutiva del sistema pesca. Infatti il processo di rinnovamento della PCP, l'attuazione delle politiche di decentramento, la necessità di sviluppare una pesca sostenibile e responsabile nel rispetto delle esigenze sociali, delle leggi di mercato e della difesa delle risorse viventi dei mari, impongono strumenti programmatori di facile attuazione senza che la complessità dei problemi o le esigenze delle parti interessate siano trascurate. La pesca italiana è caratterizzata da una fase congiunturale dovuta essenzialmente allo stato delle risorse biologiche ed alla molteplice serie di impatti che incidono sull'ambiente marino con effetti sui cicli biologici di molte specie. In questo quadro, il VII Piano si colloca tra nuova politica comune della pesca e politiche decentrate alle Regioni a statuto ordinario.
Il Piano ha identificato tre garanzie che la pesca deve dare alla società ed ai suoi operatori: le garanzie alimentari, ambientali e sociali. Tali garanzie rappresentano il carattere strategico della pesca e della acquacoltura, anche in coerenza con la tradizione italiana che ha basato gran parte della sua competitività in agro-alimentare su garanzie di qualità e sicurezza che vanno oltre gli irrinunciabili criteri di igienicità e salubrità dei prodotti.
 
Nell'arco di attuazione del VI Piano Triennale della pesca e dell'acquacoltura il comparto delle produzioni ittiche nazionali ha registrato una sostanziale stabilità, con un andamento positivo nel 99/2000 ed una successiva flessione dei rendimenti di pesca. L'incremento dei prezzi dei prodotti ittici nazionali ha attenuato gli effetti negativi della flessione produttiva sulle imprese della pesca; permane comunque forte nell'amministrazione, nelle imprese e nel mondo del lavoro l'esigenza di individuare, attraverso il Piano, strumenti innovativi per la modernizzazione settoriale. Il problema centrale della pesca è quello di definire l'asse su cui costruire il futuro, senza considerare la riduzione dello sforzo di pesca come unico strumento di intervento.
Anche l'acquacoltura nazionale ha dato segni di vitalità e capacità di tenuta, nonostante una sostanziale progressiva caduta dei prezzi ed una ancor evidente impreparazione dei mercati a premiare la qualità, anche per effetto di politiche commerciali tendenti ad omologare le produzioni. Queste politiche vanno riviste in rispetto alla legislazione sulla etichettatura ed al crescente livello di informazione dei consumatori europei, che il presente VII Piano considera come la vera opportunità capace di premiare la qualità della nostra pesca.
Questi gli obiettivi del piano:
  • contribuire alla crescita sostenibile della pesca e della acquacoltura italiane attraverso l'applicazione di corretti modelli gestionali su cui basare il sistema delle regole, utilizzando al meglio le evidenze scientifiche disponibili ed attraverso una ottimizzazione della ricerca settoriale pubblica e privata
  • ridefinire e riorganizzare il ruolo della Direzione Generale della Pesca per affrontare il nuovo quadro di riferimento Europeo e nazionale, anche attraverso la completa definizione dei compiti tra Stato e Regioni.
  • contribuire alla crescita economica, culturale, deontologica, delle imprese della pesca e dell'acquacoltura perché svolgano funzioni appropriate alla salvaguardia delle risorse rinnovabili e per offrire sui mercati prodotti sicuri e di qualità. 
  • recuperare margini di competitività per il settore.
  • assegnare le giuste garanzie sociali ai lavoratori della pesca.
  • facilitare la presa di coscienza dei consumatori per lo sviluppo di nuovi mercati.
=====================================

Gli Impegni immediati del Ministero
Intervenendo ai lavori della Commissione Consultiva Centrale, il Sottosegretario con delega alla Pesca, on. Paolo Scarpa, ha comunicato gli intendimenti del ministero circa la gestione della politica nazionale della pesca marittima, in attesa dell'approvazione e dell'entrata in vigore del VII Piano Triennale.
Sono provvedimenti che trovano una sostanziale condivisione da parte della categoria, in quanto recepiscono le istanze, più volte manifestate dalla stessa, in materia di decentramento e di politica comunitaria della pesca.
Gli impegni riguardano:
  • La proroga della validità del IV piano Triennale a tutto il 2003 e il reperimento delle risorse finanziarie necessarie per la sua attuazione;
  • La ridefinizione in modo chiaro ed inequivocabile delle competenze da attribuire a Stato e Regioni in materia di pesca ed acquacoltura;
  • Il favorire una gestione regionalizzata delle problematiche del settore;
  • La presenza negli organismi comunitari di un rappresentante degli assessori regionali alla pesca
(G.M.)
 
 

TOP

Associazione Armatori da Pesca - Molfetta
Via S. Domenico, 36 - 70056 Molfetta
Tel. 080.3387900 :: 080.3384557 - Fax: 080.3380437
P. Iva 04540970722
e-mail: info@assopesca.it

artemedia.it