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Anno II - N. 3 Maggio/Giugno 2002


Panorama comunitario
Regolamenti e Piani d'Azione della nuova PCP
Luigi Campo

Nel gennaio 2002, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione in cui sollecita "una politica della pesca fondata su una gestione razionale e responsabile delle risorse che si basi sulla tutela degli stock ittici e sul mantenimento dei modi di vita delle persone che dipendono tradizionalmente dal mare, salvaguardando il principio fondamentale che discende da tali obiettivi, e cioè la stabilità relativa; una politica che promuova un regime equo e giusto di distribuzione delle risorse ittiche secondo le esigenze specifiche delle regioni che dipendono dalla pesca e che sia imparziale, stabile, attuabile e sottoposto al controllo comunitario". È tutta in queste richieste la sfida che la nuova PCP deve sostenere e vincere.
Le prime linee sono state tracciate il 28 maggio 2002 con l'emanazione di 3 Regolamenti del Consiglio che entreranno in vigore il 1° gennaio 2003 e 2 Piani d'Azione.
Col Regolamento del Consiglio relativo alla conservazione e allo sfruttamento sostenibile delle risorse nell'ambito della politica comune della pesca, si intende creare il contesto normativo necessario per l'adozione di misure di conservazione, di adeguamento della capacità di pesca e di controllo ed esecuzione nell'ambito di tale politica.
Il secondo Regolamento istituisce una misura comunitaria di emergenza per la demolizione dei pescherecci nel periodo 2003- 2006, mentre il terzo modifica il regolamento (CE) n. 2792/1999 del Consiglio che definisce modalità e condizioni delle azioni strutturali nel settore della pesca.
Con i Piani d'Azione si intende integrare le esigenze connesse alla tutela dell'ambiente nella politica comune della pesca e stabilire interventi volti a sradicare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata.
Si intende anche contrastare le conseguenze sociali ed economiche della ristrutturazione del settore peschereccio dell'UE, migliorare gli studi scientifici per la gestione della pesca, regolamentare i rigetti in mare, dare indicazioni per la gestione della pesca nel Mediterraneo, istituire partenariati nel settore pesca a livello nazionale e regionale, migliorare la valutazione degli stock in acque non comunitarie.
Infine con specifici interventi la Commissione, nel corso del secondo semestre 2002, intende ridefinire il Codice di condotta per una pesca responsabile in Europa, indicare la strategia per lo sviluppo dell'acquacoltura europea e awiare una struttura ispettiva comunitaria, che dovrebbe essere operativa entro il primo semestre 2004.
Su questi orientamenti programmatici vengono da varie parti sollevate molte eccezioni, ma è assolutamente necessario trovare le convergenze per avviare finalmente la rinascita della pesca in Europa.

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