Assopesca Molfetta

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Anno II - N. 1/2 Gennaio/Aprile 2002


Legislazione
Nuova disciplina della pesca dei piccoli pelagici in Adriatico


Il parere dell'Assopesca di Molfetta
 
L'Assopesca Molfetta esprime viva soddisfazione per l'emanazione del Decreto Ministeriale 18 marzo 2002 che disciplina la pesca dei piccoli pelagici, abrogando la normativa precedente che imponeva vincoli incompatibili con le esigenze di sicurezza, con le regole del libero mercato e con le legittime esigenze economiche delle imprese.
Il Decreto mette fine ad un periodo buio della pesca in questo settore, uniformando alla normativa in vigore per gli altri segmenti della pesca italiana.
L'Assopesca ritiene immotivata la protesta ed il dissenso espressi dalla Lega Pesca perché il Decreto non modifica alcunché in relazione al sistema di regole che governano la pesca italiana, mentre si limita a rimuovere l'obbligo di scegliere una base logistica ed operativa in un porto diverso da quello di iscrizione.
Infatti permangono in tutta la loro validità il Contratto collettivo nazionale di lavoro, i programmi operativi e le regole assunte per ciascun sistema esercitato dalle organizzazioni di produttori riconosciute, gli usi e le consuetudini vigenti nei diversi ambiti territoriali.
Pertanto, parlare di deregulation, di libertà di scorazzare in lungo e in largo senza controlli e regole precise, di prelievo incontrollato e addirittura di stravolgimento della riforma comunitaria del mercato della pesca, sembra fuori luogo e senza motivazione alcuna, nascondendo la volontà di strumentalizzare per fini politici la questione e salvaguardare privilegi di una piccola parte rispetto a tutto il mondo della pesca italiana.
Minacciare conflitti sociali non serve a far dimenticare l'assurdità di una norma che impedisce il libero esercizio della pesca in tutti i mari italiani, come riconosciuto dalla Licenza di pesca che non pone limiti territoriali all'esercizio dell'attività, nel rispetto di regole condivise, di usi e consuetudini, di strumenti di regolazione del mercato e dell'attività che autonomamente le Organizzazioni di produttori si danno, proprio per evitare i rischi che la Lega Pesca paventa nel suo comunicato.
Invece di innescare conflitti fuori luogo tra le marinerie e soffiare sul fuoco della rivalità tra pescatori, occorrerebbe ritrovare le ragioni dell'auspicabile unità di intenti per superare la crisi del settore che sempre più va assumendo i caratteri della strutturalità, fare fronte comune per eliminare lacci e laccioli che ostacolano il percorso verso la modernizzazione del settore, incoraggiare il Governo verso la strada della flessibilità e del rinnovamento per ridare dignità e redditività adeguate alla pesca italiana minacciata da ben altri problemi e difficoltà.
Cosimo Farinola
Direttore Assopesca

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