Assopesca Molfetta

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AssopescaInforma Anno I N. 1 Luglio/Agosto 2001


Lo scafo albanese affondato al largo di Trani il 10 giugno 2001. Il naufragio del 24 dicembre 1996 a Portopalo. L'esplosione del "Francesco Padre" il 4 novembre 1994
Gerarchia della morte
Francesco Gesmundo

L'appello dei quattro Nobel italiani, raccolto dai Presidenti del Parlamento europeo, Nicole Fontane, e della Commissione, Romano Prodi perché si recuperino i morti del naufragio di Natale a Portopalo di Capo Passero, il recupero avvenuto dei corpi degli albanesi vittime, al largo di Trani, del loro sogno di felicità e benessere, m'induce a pensare alla vicenda del "Francesco Padre".
Il motopesca di Molfetta è affondato nel basso Adriatico, nei pressi della costa montenegrina, nel mese di novembre del 1994, trascinando con sé i corpi di quattro dei cinque marinai che componevano l'equipaggio. I corpi di questi pescatori molfettesi, non ultimo sacrificio ad un mestiere nobile e pericoloso, giacciono ancora in fondo al mare; è stata loro negata non solo una sepoltura onorata ma anche la dignità, essendo stati travolti dall'infamante accusa d'essere trafficanti d'armi.

Il processo sommario, conclusosi troppo rapidamente con una sentenza generica di colpevolezza, è stato sordo ad ogni prova contraria, ad ogni perizia che dimostrava l'innocenza di quei marinai ma soprattutto ha ignorato il lamento dei familiari ai quali il mare ha strappato tutto, persino l'onore ed il sacrosanto diritto di venerare la tomba dei propri cari.

Nessun appello di "Nobel", qualche timida interpellanza parlamentare per il recupero di quelle salme... troppa spesa per dei loschi trafficanti d'armi!
Quanto vale la dignità e la "lacrimata sepoltura" dei marittimi molfettesi?
È forse più nobile pensare al recupero dei corpi di poveri immigrati che a quello di onesti lavoratori italiani? Lungi da noi ipotizzare un'ingiusta gerarchia di morti e di sofferenze; intendiamo, invece, indurre a ripensare a quei tragici fatti per garantire a tutti i morti il diritto ad essere sepolti.
Nel caso del "Francesco Padre" però occorre restituire ai morti ed ai loro familiari anche la dignità e l'onore, riaprire il processo alla luce di nuove perizie emerse e riconoscere che causa di quella tragedia fu una fatalità e non un losco traffico.


I Naufraghi del Motopesca "Francesco Padre":

PANSINI GIOVANNI - Capitano
GIGLIO LUIGI - Motorista
ZAZA FRANCESCO - Capopesca
GADALETA SAVERIO - Marinaio
DENICOLO' MARIO - Marinaio


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