Assopesca Molfetta

AssopescaInforma
Anno I N. 3 Novembre/Dicembre 2001


Sicurezza e lavoro
Collisione e Sicurezza
Francesco Mastorpierro

Una buona percentuale fra i sinistri marittimi che si registrano ogni anno è relativa alle collisioni; relativamente alle navi da pesca, questi incidenti avvengono nella quasi totalità dei casi fra pescherecci e mercantili.
Negli anni ho potuto osservare che i punti di contatto fra gli scafi sono sempre gli stessi: la zona prodiera del peschereccio e il giardino sinistro del mercantile.
L'argomento è da studiare attentamente sotto l'aspetto della formazione professionale dei comandanti e anche quello della sicurezza.
La regola 18, paragrafo a (iii) della COLREG '72 (Regolamento per prevenire gli abbordi in mare) detta le norme delle precedenze da rispettare in navigazione; in particolare prescrive che un mercantile (nave a propulsione meccanica) deve dare la precedenza ad un peschereccio quando questo è in attività di pesca, esso però è obbligato a mantenere inalterate rotta e velocità.
Tuttavia la regola 17, paragrafo a (ii) della stessa COLREG dà facoltà alla nave che non deve manovrare di prendere comunque l'iniziativa per evitare la collisione, segnalando per tempo la propria manovra: ciò nel caso l'altra nave non manovrasse come prescritto e si avvicinasse pericolosamente al peschereccio, tanto da non lasciare tempo ne spazio per evitare la collisione.
In questi casi la responsabilità del sinistro ricade anche sul comandante del peschereccio per aver mancato di:
  • mantenere un efficace servizio di vedetta;
  • seguire attentamente l'avvicinarsi del mercantile;
  • segnalare al mercantile con una serie di cinque fischi brevi (o cinque lampi di luce) la richiesta delle intenzioni che l'altro ha per evitare la collisione;
  • tagliare i cavi della rete oppure filarli fuoribordo per garantirsi libertà di manovra.
È molto difficoltoso tagliare rapidamente i cavi d'acciaio, perciò è preferibile filarli in mare; perchè quest'ultima operazione abbia successo in sicurezza è indispensabile che le estremità dei due cavi siano fissate ai rulli con semplici filacce che si possono strappare; i terminali dei cavi non devono mai essere trattenute con grilli o morsetti. I quattro punti elencati e la buona conoscenza della COLREG richiamano la necessità della formazione professionale che spesso - purtroppo - si rivela carente, è sconfortante osservare lo scarso interesse mostrato dai marittimi nei confronti dei corsi e seminari di formazione organizzati dal Centro Servizi Assopesca di Molfetta per i naviganti.

Nelle inchieste si evidenzia come, la mancata esecuzione di alcuni comportamenti crea notevoli svantaggi giudiziali ed economici per i comandanti e gli armatori; alcuni obblighi ad esempio l'emissione dei cinque fischi sono trascurati da comandanti che non conoscono bene le normative. In questo contesto non possiamo, tralasciare l'aspetto della sicurezza. Tutti sappiamo che uno scafo in legno è privo di portelleria stagna; pertanto questi scafi sono molto vulnerabili alle falle o altre vie d'acqua.
A seguito di collisione il peschereccio in legno riporta maggiori danni di un mercantile con scafo in ferro; quando i danni riguardano anche l'opera viva insorge il grave rischio di naufragio, specialmente se la portata dell'aqua che entra nello scafo è maggior di quella delle pompe di esaurimento.

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