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Anno VI - N. 5/6 - Dicembre 2006



MISURE SOCIALI PER UN REGOLAMENTO EFFICACE


II nuovo Regolamento del Consiglio concernente le misure di gestione per lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nel Mediterraneo, che modifica il Regolamento 1626/94, non è stato accolto bene dagli operatori della pesca. È evidente che il provvedi­mento non ha tenuto conto sia della esperienza maturata dal vecchio Regolamento, oggetto di continue critiche per la sua inadeguatezza a far fronte alle specifiche problematiche del Mediterraneo, sia dei suggerimenti derivanti dalle analisi fatte dalle Autorità istituzionali del settore e dalle Associazioni di categoria.

È innegabile che il Mediterraneo, per le sue caratteristiche biologiche e sociali, necessita della creazione di un nuovo e specifico contesto gestionale, in particolare di strategie "precauzionali" finalizzate all'adozione di misure volte a proteggere e conservare le risorse e gli ecosistemi e a garantirne uno sfruttamento sostenibile.

L'adozione di nuove misure tecniche per la pesca nel Mediterraneo, finalizzate alla conservazione e allo sfruttamento sostenibile delle risorse, pur necessario, non possono andare disgiunte da misure e interventi comunitari e/o nazionali di carattere sociale, finalizzati a consentire la sopravvivenza dell'industria della pesca nelle aree fortemente dipendenti dall'economia peschereccia.

Non può non convenirsi che, al di là dei periodi transitori previsti, l'adozione delle nuove misure, comporterà necessariamente minori ricavi e aggraveranno pesantemente la crisi strutturale del settore, rendendo di fatto non più economicamente sostenibile l'attività di pesca nel Mediterraneo.

Di qui il nostro insistere sulla necessità di misure di sostegno sociale alle imprese da pesca e ai pescatori nel regime di applicazione del nuovo Regolamento.

MOZIONE DEGLI OPERATORI PROFESSIONALI DEL SETTORE DELLA PESCA DEL MEDITERRANEO

Le organizzazioni della pesca italiane (ACCI Agrital, Federcoopesca/Confcooperative, Lega Pesca, Federpesca), francesi (Comite National des Pèches et des Elevages Marins) e greche (Pepma), riunitesi a Parigi, hanno concordato e inviato ai rispettivi Mini

Parigi, 16 novembre 2006

Gli operatori del settore della pesca del Mediterraneo riconoscono gli sforzi prodotti dal gruppo di lavoro del Consiglio al fine di perfezionare la proposta di regolamento relativo alle misure tecniche di gestione e conservazione delle risorse alieutiche nel Mediterraneo, in particolare riguardo alle definizioni di taluni attrezzi da pesca. Tuttavia, stando al compromesso proposto, la Commissione dimostra l'assenza di una reale volontà di mediazione su alcuni punti cruciali per gli operatori del settore, la maggior parte dei quali non sono stati considerati. Essi denunciano infatti l'atteggiamento della Commissione Europea che consiste nel dividere i paesi interessati accordando concessioni marginali ed individuali, ma lasciando immutata la sostanza generale del documento originale respinto a più riprese da oltre tre anni da numerosi organi.

Alla luce delle numerose deroghe disseminate nel testo, gli operatori del settore ribadiscono il loro interesse a disporre invece di un regolamento quadro che stabilisca i principi generali di gestione, impostato su un approccio totalmente diverso rispetto a quello adottato in partenza dalla Commissione.

Gli operatori del settore denunciano inoltre l'assenza di uno studio d'impatto socioeconomico ex ante, il che è inammissibile a fronte dei principi di buon governo cui pretende di aderire la Commissione Europea e del tempo trascorso dall'ultima versione del documento.

Essi deplorano che la Commissione continui a privilegiare dei cambiamenti nelle dimensioni delle maglie delle reti abbinati per di più all'imposizione di taglie minime per talune specie e altre misure tecniche che non produrranno, come è noto, i risultati previsti in materia di conservazione della risorsa.

Essi ricordano peraltro che la proposta di regolamento si basa su valutazioni approssimative e non su accurati pareri scientifici. Per quanto attiene alla collaborazione con gli ambienti scientifici, gli operatori del settore sono preoccupati dalla posizione espressa di recente dalla Commissione nei confronti della CGPM, organismo internazionale il cui rafforzamento è peraltro iscritto nel piano di azione della Commissione per il Mediterraneo.

Gli operatori del settore ribadiscono altresì la necessità di fare armonizzare le misure di gestione e di conservazione dall'insieme dei paesi costieri del Mediterraneo nel quadro della CGPM senza che ciò comporti nel frattempo per i pescatori comunitari l'imposizione di nuove misure.

In conclusione, gli operatori del settore chiedono ai ministri di rinviare la discussione sul progetto di Regolamento e, in caso di votazione, chiedono di esprimere un voto contrario sul testo che le Organizzazioni rifiutano totalmente.

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