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Anno VI - N. 1-2 - Gennaio/Aprile 2006


panorama comunitario
Misure e strategie comunitarie per fronteggiare la crisi del settore pesca
Giuseppe Gesmundo

La Commissione europea, nella sua Comunicazione al Consiglio e al Par­lamento europeo, del 9 marzo 2006, relativa al "Miglioramento della situa­zione economica dell'industria della pesca" ha identificato le cause delle difficoltà economiche che hanno mes­so in seria condizione di debolezza l'industria della pesca, quindi ha pro­posto strategie e piste d'azione per affrontare le sfide che il settore alieutico dovrà necessariamente sostenere, nel breve e lungo periodo.
Dopo una assai lucida e condivisi­bile analisi delle cause della crisi del settore, la Commissione, nella Comu­nicazione, passa ad indicare i possibili rimedi, insomma quei provvedimenti che, nel breve e lungo periodo, ritiene necessario adottare con l'obiettivo di aiutare l'industria della pesca a supe­rare la crisi che attualmente la interes­sa cosi pesantemente.
A breve termine, secondo la Com­missione, si dovranno mobilitare gli strumenti e le risorse disponibili per il salvataggio e la ristrutturazione delle imprese delle quali si ritiene possibile ripristinare la redditività, attraverso mirati cambiamenti strutturali. Detti interventi devono inserirsi in una prospettiva di lungo periodo al fine di consentire l'ade­guamento strutturale del settore ad una nuova situazione di mercato caratteriz­zata e condizionata da prezzi tenden-zìalmente alti del carburante.

Misure di salvataggio e ristrutturazione a brève termine

Gli stati membri, nell'ambito della normativa comunitaria in materia di salvataggio e ristrutturazione, possono decidere di sostenere le imprese di pesca prossime al fallimento.
La logica di detti aiuti, di durata non superiore ai sei mesi, è sintetizzabile in forme di assistenza a breve termine che mantengano in attività l'impresa per il tempo necessario a elaborare ed attuare un piano di ristrutturazione o di liquidazione. Quindi alle imprese potrà essere riconosciuto un aiuto nella forma di prestito rimborsabile o di garanzia, e, laddove venga approvato un piano complessivo di ristrutturazione, la somma erogata potrà essere rimborsata, grazie al sostegno ricevuto dall'impresa, sotto forma di aiuto alla ristrutturazione; in sostanza la somma erogata come prestito potrà essere trattenuta dall'impresa, sotto forma di aiuto alla ristrutturazione, quindi quale contributo a fondo perduto.
Si tratta in sostanza di investimenti per gli adeguamenti dei pescherecci, previsti nello SFOP, ovvero di interventi di ammodernamento ed attrezzatura in esso non contemplati ma comunque finalizzati alla ristrutturazione delle imprese e rientranti nell'ambito dei piani di salvataggio e ristrutturazione presentati dagli Stati membri ed accettati dalla Commissione.
In ogni caso detti aiuti devono essere indirizzati a ridurre i costi operativi e non devono comportare aumento delio sforzo di pesca e della capacità globale attuale.
In questa logica rientrano:

  1. la sostituzione di attrezzi da pe­sca con altri atti a consentire tecniche di pesca che comportino un minor consumo di carburante;
  2. 'acquisto di attrezzature che migliorino il rendimento del carburante (econometri...)
  3. la sostituzione del motore alle seguenti condizioni:
    • per le navi di lunghezza fuori tutto inferiore a 12 m. che non operano con reti da traino, la potenza del nuovo motore sia uguale o inferiore a quella del motore sostituito;
    • per le altre navi di lunghezza fuori tutto non superiore a 24 m, la potenza del nuovo motore sia inferiore almeno del 20% del motore sostituito;
    • per i pescherecci da traino di lun­ghezza fuori tutto superiore a 24 m, la potenza del nuovo motore sia inferiore almeno al 20% del motore sostituito ed il peschereccio opti per una tecnica di pesca che comporti minor dispendio di carburante.

La Commissione si dichiara dispo­nibile ad accettare che la riduzione della potenza motrice venga applicata in modo globale, a livello dell'impresa, e quindi anche con lo smantellamento di un peschereccio, effettuato senza i previsti aiuti pubblici, qualora la stessa impresa operi con più pescherecci. Nella nostra realtà peschereccia questa soluzione non troverà mai applicazione!!!
Interessante è invece il riconoscimento di sovvenzionabilità per la cessazione temporanea delle attività, per il tempo strettamente necessario alla realizzazione degli investimenti a bordo dei pescherecci, purché l'aiuto sia concesso nell'ambito di regimi finaliz­zati al salvataggio e ristrutturazione.

In considerazione della situazio­ne di particolare difficoltà delle imprese che esercitano l'attività di pesca con attrezzi da traino la Commissione ritiene, infine, che gli aiuti alla ristrutturazione dovrebbero es­sere prioritariamente orientati verso detto segmento della flotta.

Misure e iniziative a lungo termine

In una prospettiva di lungo periodo, la redditività di settore non può che essere assicurata dalla ricostituzione degli stock e quindi da pratiche di pesca sostenibili ed in questa direzione la Commissione dichiara che continuerà e rafforzerà il suo impegno.
Ecco in sintesi le misure ed iniziative previste:

  1. Migliorare la gestione della pesca Si tratta, secondo la Commmissione, di continuare con l'approccio eco-sistemico di gestione della pesca per puntare al massimo rendimento soste-nibile (MSY). Un tale sistema di gestione è infatti per la Commissione la condizione imprescindibile per produrre livelli di reddito più elevati per unità di sforzo, da qui la necessità di adottare misure atte a consentire la ricostituzione degli stock, presupposto indispensabile affinchè le attività di prelievo producano il rendimento massimo so-stenibile. L'obiettivo del massimo rendimento sostenibile dovrà essere raggiunto entro il 2015. Nel contempo, si ritiene di dover proseguire nell'elaborazione ed attuazione dei piani di ricostituzione e gestione, visti come strumenti per stabilizzare le zone e le attività di pesca a rischio.
    Francamente appare diffìcile accettare e condividere appieno, nell'attuale contesto, strategie che impongono ulteriori restrizioni all'attività di pesca nell'assunto di risolvere, definitivamente, ogni problema di redditività, con il raggiungimento del massimo rendimento sostenibile. Bisognerà per la verità verificare il costo economico, sociale ed occupazionale di dette strategie per pronunciare giudizi conclusivi in merito ma rimane comunque difficile accettare come unici, definitivi rimedi alla crisi del settore, misure di ulteriore riduzione dell'attività di prelievo.
    Per adeguare lo sforzo di pesca alle risorse disponibili occorrerà, infatti, ridurre ulteriormente lo stesso sforzo, atteso che, secondo l'analisi della Commissione, le attuali dimensioni di molte flotte europee superano, anche di molto, il livello di capacità atto a garantire adeguati livelli di redditività di ogni singola imbarcazione, specie nel comparto della pesca demersale.
    La conclusione è quindi dolorosa: "interventi mirati di smantellamento della flotta"come condizione di redditività delle imprese superstiti". La prospettiva non è certamente esaltante!
  2. Maggiore adesione alle regole di gestione della pesca
    È necessario ed essenziale che la Commissione, gli Stati membri e le parti interessate collaborino per assicurare una migliore osservanza della normativa, rafforzando il concetto che chi opera in violazione delle regole, arreca danno a quanti si sforzano di attenersi al rispetto delle norme.
    Gli Stati membri sono tenuti a garantire l'osservanza delle norme della PCP ma la Commissione, awalendosi della istituita Agenzia per il controllo della pesca, potrà migliorare il controllo dell'attività di pesca e, se del caso, adottare provvedimenti necessari nei confronti degli Stati membri che non adempiono ai loro obblighi di attuazione.
  3. Intensificare la lotta contro la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata
    Si tratta di forme di concorrenza sleali e particolarmente redditizie; la Commissione intende intensificare la lotta contro tale pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata sia in acque comunitarie che internazionali, anche con interventi finalizzati a privare quanti operano nell'illegalità dei vantaggi economici da essi perseguiti.
  4. Organizzazione e funzionamento dei mercati ittici

La Commissione intende esaminare nuovi strumenti finalizzati ad ottimizzare la commercializzazione del pesce e dei prodotti della pesca ed, in collaborazione con le organizzazioni professionali, analizzare le modalità per incrementare il valore aggiunto dell'attività dei pescatori che commercializzano direttamente i loro prodotti.
La Commissione sembra, inoltre, voler esortare gli Stati membri ad avvalersi delle forme di sostegno comunitario (nell'ambito dello SFOP e successivamente del FEP) per realizzare interventi intesi a migliorare la qualità ed il valore aggiunto dei prodotti della pesca e delle strutture di commercializzazione.
La Commissione auspica, infine, che gli operatori sfruttino maggiormente i vantaggi dei sistemi di ecocertifi-cazione dei prodotti della pesca.
In contesti come i nostri di forte debolezza e frammentarietà nei processi di commercializzazione e valorizzazione dei prodotti della pesca queste misure non possono che essere valutate con la massima attenzione, nella convinzione che un concreto aiuto al recupero della redditività possa derivare da interventi finalizzati ad ottimizzare i processi di valorizzazione, anche in termini commerciali, dei prodotti della pesca ed a garantire che il valore aggiunto della pesca non sfugga, come purtroppo spesso avviene, al suo naturale fruitore "il pescatore".
5. Promuovere la ricerca su tecniche di pesca a minore consumo di carburante ed a minore impatto ambientale
La ricerca deve tener conto delle reali necessità dell'industria della pesca ed in tal senso la Commissione ha proposto ricerche finalizzate ad una migliore sostenibilità e competitivita del settore ed alla riduzione dell'impatto ambientale. Asse di lavoro prioritario dovrà essere quindi la messa a punto di tecnologie innovative e di attrezzi da pesca perfezionati, selezionati rispetto agli obiettivi da conseguire.
Particolare attenzione è inoltre dedicata, nella Comunicazione, alla produzione di energie alternative rinnovabili ed in particolare allo sviluppo di nuovi tipi di carburanti.
Il risparmio energetico è attualmente una priorità, in particolare per il settore ittico, non può quindi che apprezzarsi lo sforzo della Comunità in tale dire-zione; seguiremo tutti con attenzione l'evolversi di dibattiti e seminari su dette tematiche e le eventuali ulteriori iniziative della Commissione in merito.

Sostegno comunitario

Lo SFOP ed il FEP possono fornire sostegno alle misure di ristrutturazione adottate dagli Stati membri nell'ambito dei propri programmi di salvataggio e ristrutturazione; possono, altresì, contribuire al finanziamento delle necessa-rie misure di adeguamento della flotta e infine accompagnare le opportune riforme sociali nelle comunità di pesca.
La Commissione, quindi, invita gli Stati membri ad avvalersi di detti strumenti finanziari per il necessario processo di adeguamento, mentre per quanto di sua competenza si dichiara disponibile a consentire che i fondi SFOP rimanenti possano essere destinati all'attuazione delle misure di ristrutturazione e ad accogliere, eccezionalmente, le richieste di modifica dei programmi SFOP relativi al 2005 al fine di far fronte alla situazione di crisi.
Agli Stati membri compete, infine, la ripartizione delle risorse finanziarie tra le diverse priorità di finanziamento del FEP; è quindi opportuno che le risorse assegnate alle misure di adeguamento della flotta peschereccia, nei programmi operativi degli Stati membri, siano commisurate alla gravita dell'attuale situazione economica e quindi alla necessità di ripristinare la redditività delle imprese di pesca.
La Commissione ha offerto un suo utile quadro di riferimento, più o meno condivisibile, per la elaborazione di misure di salvataggio a breve termine da destinare ad imprese in difficoltà e per la realizzazione degli adeguamenti strutturali finalizzati a garantire la sostenibilità a lungo termine e la redditività e prosperità dell'industria della pesca. Spetta ora agli Stati membri procedere rapidamente alla definizione, di concerto con le organizzazioni interessate, dei programmi di salvaguardia e ristrutturazione, puntando al comune obiettivo di garantire una pesca sostenibile.
È vero non esistono soluzioni facili per risolvere lo stato di crisi del settore della pesca ma l'importanza economica, sociale e culturale di questo settore per le Comunità costiere dell'Unione Europea non può vederci inerti di fronte ai problemi. Questo settore merita di essere riportato, finalmente, sulla strada della redditività e sostenibilità e tutti dobbiamo contribuire al conseguimento di questo difficile obiettivo.


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