ASSOPESCAINFORMA - ANNO V - N. 3/4 - MAGGIO/LUGLIO2005
DUE COMUNICAZIONI DELLA COMMISSIONE PESCA DELL'UE
Più partecipazione meno infrazioni
Giuseppe Manente
La Commissione europea ha annunciato la decisione di avviare una procedura di consultazione su u,na futura politica marittima dell'Unione. Nella comunicazione si sottolinea il grande contributo del mare alla nostra vita e al nostro benessere e le sue potenzialità per la crescita economica. Si tratta ora di sfruttare al meglio questo potenziale secondo i principi della sostenibilità. Occorre favorire inoltre una maggiore partecipazione dei soggetti interessati, permettendo loro di avere una visione globale e di comprendere le implicazioni delle diverse attività legate al settore marino.
A tale scopo il presidente Barroso ha chiesto al commissario Borg di «dirigere una nuova task force per la politica marittima incaricata di avviare un'ampia consultazione su una futura politica marittima dell'Unione». Vi parteciperanno i seguenti commissari: il signor Verheugen, responsabile delle imprese e dell'industria, il signor Barrot, responsabile dei trasporti, il signor Dimas, responsabile dell'ambiente, la signora Hùbner, responsabile della politica regionale, il signor Potocnik, responsabile della ricerca, e il signor Pieblags, responsabile dell'energia. Anche altri commissari potranno essere invitati a partecipare ai lavori quando la discussione verterà su problemi legati ai loro settori di competenza. Per elaborare il documento di consultazione si attingerà alle conoscenze specifiche di diversi settori tecnici e politici.
Il mare è molto importante per l'Unione, che conta quasi 70.000 km di coste, ripartite tra 20 Stati membri (scheda 1). Quasi la metà della popolazione dell'Unione europea vive a meno di 50 km dalla costa. Le regioni marittime dell'UE-15 rappresentavano già oltre il 40% del PIL. I cantieri navali, i porti, la pesca (scheda 2) e le attività di servizi connesse danno lavoro a due milioni e mezzo di persone.
Nonostante ciò, le infrazioni alla politica comune della pesca (PCP) sono ancora molte. La IV comunicazione annuale della Commissione europea sulle infrazioni gravi alle norme della PCP ha, infatti, rivelato che il numero accertato di tali infrazioni è salito da 6.756 nel 2002 a 9.502 nel
2003 (scheda 3). Queste cifre, desunte dalle relazioni degli Stati membri, dimostrano che, nonostante i progressi compiuti verso un maggiore coinvolgimento dei soggetti interessati nel processo di gestione della pesca e i provvedimenti adottati per garantire un'applicazione più rigorosa della normativa, molto resta ancora da fare per dissuadere i potenziali trasgressori.
Secondo la comunicazione della Commissione, l'88% delle infrazioni notificate sono state riscontrate da cinque Stati membri: Spagna, Italia, Portogallo, Grecia e Francia. I primi tre, che possiedono la flotta più grande, hanno segnalato il maggior numero di casi. La pesca non autorizzata rappresenta il 22% dei casi, quella praticata senza licenza il 17%. Nell'84% dei casi sono state comminate sanzioni pecu-niarie, il cui importo varia - per esempio per la pesca non autorizzata - da 375 euro in Belgio a 19.255 euro nel Regno Unito. In 4.720 casi è stato ordinato il sequestro degli attrezzi da pesca.
Un'applicazione più efficace ed uniforme della normativa è stata riconosciuta da tutti i soggetti interessati come una delle priorità della riforma della PCP del
dicembre 2002. E necessaria maggiore trasparenza nel processo di riforma, che verrà consolidato anche grazie all'Organismo comunitario di controllo della pesca, con sede a Vigo, in Spagna, nonché ai consigli consultivi regionali.
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Scheda 2
Nel 2002 la produzione ittica nell'UE a 25 ha raggiunto un volume di quasi 7,6 milioni di tonnellate.
Questa produzione situa l'UE in terza posizione mondiale.
La produzione del settore della pesca è diminuita del 17% tra il 1995 e il 2002 nell'UE a 25.
Tra gli Stati membri, la Danimarca (1,47 milioni di tonnellate) è stata il maggiore produttore nel 2002, seguita da Spagna (1,15 milioni di tonnellate), Francia (0,95 milioni di tonnellate) e Regno Unito (0,87 milioni di tonnellate). Questi quattro Stati membri hanno realizzato quasi il 60% del totale della produzione dell'UE a 25.
Il totale delle catture in tutte le regioni ha rappresentato l'83% della produzione del settore della pesca nell'UE a 25 nel 2002. Le
catture nell'Atlantico nordorientale da sole sono state pari, con 4,62 milioni di tonnellate, a oltre il 60% del totale della produzione dell'UE a 25, mentre le catture nell'Atlantico centrorientale e nel Mediterraneo hanno costituito rispettivamente l'8% e il 7% del totale.
Tra gli Stati membri dell'UE a 15, le flotte pescherecce più numerose nel 2003 sono state quelle di Grecia (19.000 imbarcazioni), Italia (15.700), Spagna (14.400) e Portogallo (10.300). Questi quattro Stati membri rappresentavano due terzi del numero totale di pescherecci dell'UE a 15.
Tra il 1995 e il 2003 la flotta peschereccia dell'UE a 15 è diminuita del 15%, passando da 104.000 a 88.000 imbarcazioni.
Numero di imbarcazioni |
Tonnellaggio totale | |
Belgio |
123 |
23.289 |
Cipro |
894 |
11.999 |
Germania |
2.171 |
68.177 |
Danimarca |
3.427 |
96.744 |
Spagna |
14.400 |
487.880 |
Estonia |
1.032 |
24.939 |
Finlandia |
3.396 |
18.270 |
Francia |
7.897 |
217.151 |
Regno Unito |
7.061 |
222.289 |
Grecia |
19.000 |
93.878 |
Irlanda |
1.419 |
85.192 |
ITALIA |
15.700 |
212.712 |
Lituania |
290 |
76.445 |
Lettonia |
941 |
41.932 |
Malta |
2.252 |
4.623 |
Paesi Bassi |
759 |
178.689 |
Polonia |
1.282 |
46.457 |
Portogallo |
10.300 |
115.857 |
Slovenia |
139 |
822 |
Svezia |
1.600 |
44.581 |
94.083 |
2.071. 928 | |
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Scheda 3 | ||
Stato membro |
Numero di navi - Infrazioni gravi | |
Belgio |
126 - 59 |