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ASSOPESCAINFORMA - ANNO V N. 1/2 - GENNAIO/APRILE 2005


produzione, commercio, consumo
Uno strumento di regia della pesca mediterranea
Mario Bello

La decisione presa a fine febbraio, in occasione dell'Assemblea straordinaria dei 23 Paesi del Mediterraneo, che aderiscono alla Commissione Generale per la Pesca nel Mediterraneo (CGPM) - quella di stabilire la sede della CGPM a Roma - ha trovato un unanime consenso da parte di tutti i produttori italiani.
Era estremamente importante che la sede della CGPM, istituita nel 1949, fosse fissata in Italia, considerato che su questa decisione si erano appuntate molte aspettative. La decisione coglie quindi appieno le tante attese e raggiunge un risultato perseguito con tanta tenacia dall'Italia.
Finalmente il Mediterraneo può uscire da alcune logiche di pesca, che hanno a lungo penalizzato gli operatori comunitari del Bacino, e si può stabilire una "cabina di regia" - come è stato giustamente evidenziato - per regolare su un piano regionale l'attività di pesca, colmando una serie di lacune e superando rapporti e orientamenti, in particolare con i paesi rivieraschi del nord Africa, a volte contraddittori e spesso additati dai nostri armatori per evidenziare che il "mare comune" non ha "regole comuni".
Un malessere emerso, durante la recente presentazione della pubblicazione dell'lsmea "Dalla conflittualità al partenariato: il ruolo della pesca nel Bacino del Mediterraneo", in cui il Sottosegretario alla Pesca on. Paolo Scarpa chiaramente diceva che: "la questione della pesca mediterranea assume un ruolo centrale nelle politiche di coesione e partneriato regionale" sostenendo che la pesca "ha una grande rilevanza sul piano sociale, su quello delle politiche alimentari ed anche nella ricerca di nuove relazioni tra attività economiche e gestione e conservazione delle risorse ambientali".
Considerato che l'Italia è il Paese più importante nella pesca mediterranea, al centro geografico sia in senso fisico sia in quello economico, è stato estremamente importante che, durante il semestre della presidenza italiana all'Unione europea, in occasione della Conferenza europea dei Ministri a Venezia, si sia arrivati ad una dichiarazione che assegnava un mandato politico nuovo alla CGPM, e che, a distanza di qualche mese, la candidatura italiana per la sede dell'importante organismo di gestione della pesca nel Mediterraneo sia stata accolta.
La decisione, frutto di un'intensa attività diplomatica svolta dall'Italia negli ultimi tempi nelle principali capitali dei Paesi aderenti alla Comunità europea, assume una rilevanza maggiore, ove si consideri che Roma è riuscita a vincere altre candidature importanti, come quella spagnola di Valencia e quella di Malta.
Soddisfazione per il risultato raggiunto è stato espresso dallo stesso Ministro per le Politiche agricole, Gianni Alemanno, il quale ha detto che "la centralità dell'Italia ne fa la naturale sede per la Commissione cui attribuiamo fondamentale importanza per la politica di sostenibilità economica e ambientale delle attività di pesca e acquicoltura. Questo risultato rafforza inoltre il "polo romano" che è sede anche della FAO, dell'IFAD (Fondo internazionale per lo sviluppo dell'agricoltura) e del Wfp (Programma mondiale per l'alimentazione) assicurando un legame più organico tra Nazione unite e Unione europea".
Il Direttore Generale della Federpesca, Luigi Giannini, si è espresso dicendo che il risultato raggiunto "permetterà finalmente di fondare una Politica comune per il Mediterraneo tra partner rivieraschi comunitari e non, tanto auspicata dall'Italia. La Commissione europea ha compreso che una politica comune della pesca deve necessariamente tenere conto della grande specificità del Mediterraneo", ringraziando poi il Sottosegretario Scarpa per l'opportunità data all'Italia, attraverso la sede italiana della CGPM, di concorrere "all'attuazione uniforme delle misure di conservazione delle risorse cui il CGPM è istituzionalmente preposto".
Mancava dunque per il Mediterraneo una struttura del genere, nonostante da anni se ne fosse manifestata l'esigenza, espressa in tante occasioni dai pescatori europei. Si vuole qui ricordare che altre strutture analoghe sono previste, e sono da tempo funzionanti, per altre aree di pesca: si pensi ad esempio, al NAFO (Northwest Atlantic Fisheries Organization) o anche all'ICCAT (International Council for thè Exploration of Atlantic Tunas) per il settore del tonno.
Finora la mancanza di una sede nella quale discutere e definire regole comuni ha condizionato soprattutto l'attività di pesca di tanti produttori italiani ed europei, che hanno subito le restrizioni tecniche fissate a Bruxelles e la cui unica preoccupazione era quella di limitare lo sforzo di pesca, quando poi tali limiti e restrizioni non potevano essere osservati anche dagli altri pescatori dei paesi rivieraschi operanti nelle stesse acque. Con il risultato di veder restringere e concludere miseramente tante attività d'impresa in Italia e negli altri Paesi dell'Ue, intensificando per converso la pesca negli altri Paesi nordafricani, senza perseguire minimamente la salvaguardia delle risorse, che era l'obiettivo indicato da Bruxelles.
Ora, con la CGPM a Roma si potrà avviare una più intensa attività di concertazione con questi Paesi, cioè di estensione delle regole definite a livello europeo da far valere per tutti i pescatori del Mediterraneo, evitando una permanente conflittualità, con l'obiettivo di raggiungere il risultato di "un mare comune con regole comuni".

I PRINCIPALI ORGANI DELLA CGPM
Commissione generale industrie della pesca per il Mediterraneo (GFCM)

  Comitato scientifico di consulenza
(Sac)
Comitato sull'acquacoltura (Caq)
  Gruppi di lavoro (G.L.) Ufficio Caq Reti:
  G.L. - EIFAC/GFCM sulla gestione dello storione SELAM: aspetto socio-economico e legale dell'acquacoltura
Sottocomitati (S.C.)
G.L. - GFCM/ICCAT grandi specie pelagiche  
S.C. SA Vantazione stock G.L. - Specie demersali TECAM: tecnologie e acquicoltura
S.C. SA Vantazione stock
G.L. - Piccole specie pelagiche  
S.C. SI Statistiche e informazioni G.L. Unità operative EAM: ambiente e acquicoltura
S.C. SS Economia e scienze sociali  G.L. Indicatori socio-economici  
S.C. MEE Ambiente marino ed ecosistemi   SIPAM: sistema informativo per la promozione dell'acquicoltura


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