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ASSOPESCAINFORMA - ANNO V N. 1/2 - GENNAIO/APRILE 2005


attualità
Blue-box, gasolio, taglie minime: protestare o cercare soluzioni efficaci?
A cura dell'Ufficio Stampa e Documentazione Centro Servizi Assopesca

Il 29 marzo u.s. le marinerie di Monopoli, Mola, Savelletri, Torre Canne, Santo Spirito e Bari hanno iniziato uno stato di agitazione per protestare contro l'installazione della Blue box, il carogasolio e la sottomisura del pescato.
AI termine della prima giornata di agitazione il coordinamento delle suddette marinerie ha diramato un comunicato stampa sollecitando il governo ad attivarsi per la risoluzione dei problemi che motivano lo stato di agitazione. In ordine ai singoli problemi il comunicato specifica che:

  • La Blue box "è uno strumento che consentirà agli organi preposti di effettuare un controllo capillare dell'attività del natante", uno strumento di cui "ancora non si capisce I'operatività" e i cui costi di gestione "dal 01/07/2005 verranno addebitati totalmente sia agli armatori che già oggi hanno installato la Blue box (imbarcazioni oltre i 24 mt. f.t.), sia agli armatori che da tale data saranno obbligati all'installazione"; si chiede pertanto "la sospensiva sino a nuove e più adeguate determinazioni legislative, sia del programma di attuazione dell'installazione della Blue box, sia dell'addebito dei costi per le unità superiori a 24 m t f.t.".
  • In altri paesi della UE il prezzo del gasolio è molto più basso rispetto a quello applicato in Italia e c'è differenza di prezzo anche tra le stesse regioni italiane e tra i paesi di una stessa regione.
    Si chiede la creazione di "un prezzo del gasolio per la pesca unico per tutti paesi che fanno parte della UE".
  • La modifica apportata al Regolamento comunitario 1626/94 sulle taglie minime dalla legge 26 maggio 2004, n. 153 "non ha risolto il problema in quanto i controlli e quindi le sanzioni dai pescatori sono passati presso i centri di prima commercializzazione ... che hanno rivolto alla categoria l'invito a non pescare più quello che poi effettivamente maggiormente viene pescato nel Mar Adriatico. Si chiede, in attesa del nuovo piano d'azione del Mediterraneo che si recepisca la tipicità del Mare Adriatico e la sospensiva della relativa attuale normativa".

Alla vicenda ci interessiamo in quanto le problematiche sollevate nella protesta sono state ampiamente dibattute su queste colonne, tenendo conto volta a volta del fatto che lo scenario legislativo che fa da sfondo alle problematiche in questione è uno scenario sicuramente complicato per quanto attiene a taglie minime e blue box da normative comunitarie e, per quanto attiene al prezzo del gasolio, da variabili afferenti il quadro economico internazionale.
Il dibattito comunque è andato avanti avendo come interpreti le associazioni di categoria da una parte e le autorità di governo dall'altra alla ricerca di risposte appropriate.
Così Federpesca ha risposto ai singoli punti in questione in un comunicato stampa del 30 marzo 2003:
"... dati alla mano, possiamo affermare che non siamo certo all'anno zero. Ed infatti per quanto riguarda la questione delle taglie minime, il giuoco delle alleanze con gli altri Stati membri "mediterranei", condotto con sagacia, da più di due anni, dal Sottosegretario con delega alla pesca, Paolo Scarpa, ha contribuito a determinare la bocciatura solenne, finanche del Parlamento Europeo, della proposta comunitaria di un Piano per la pesca nel Mediterraneo addirittura peggiorativo rispetto alla normativa delle taglie minime che agita la protesta, con la prospettiva, considerata la disponibilità al dialogo riscontrata nella persona del nuovo Commissario Joe Borg, di vedere accolte le posizioni espresse dalle associazioni nazionali di categoria, tra cui, ma non solo, quella di taglie minime adeguate ai nostri mari.
Per quanto riguarda il problema del caro gasolio, attesa anche l'imprescindibilità del rispetto della normativa comunitaria in materia di ammissibilità degli aiuti di Stato, il Programma Triennale della Pesca e dell'Acquacoltura 2005-2007, recentemente presentato al Tavolo Azzurro e per il cui perfezionamento si attende il parere della Conferenza Stato/Regioni e la delibera del CIPE, ha fornito innovativi strumenti assicurativi e finanziari - cui si affiancheranno quelli contemplati nel decreto legislativo di modernizzazione del settore, attualmente in itinere - in grado di ridurre fortemente gli effetti negativi delle fluttuazioni, al rialzo, del costo dei fattori produttivi, primo tra tutti il gasolio.
Infine anche per le blue box - che per la precisione non sono apparati di sicurezza ma di controllo e gestione dello sforzo di pesca - il suddetto Programma Triennale ha previsto comunque lo stanziamento di risorse per l'installazione e la gestione anche a favore delle unità inferiori a 24 metri di lunghezza per le quali scatterà a breve l'obbligo di dotazione, così come peraltro è stato assicurato il finanziamento, già da tre anni, per le unità superiori a 24 metri: vero è che comunque il confronto è ancora aperto (l'ultima riunione sull'argomento si è tenuta appena 15 giorni fa presso la Direzione Generale della Pesca) e si stanno vagliando modalità che possano conciliare le esigenze di monitoraggio della capacità di pesca con le legittime richieste degli armatori di non doversi accollare oneri impropri".
Al tavolo attivato presso la Prefettura di Bari, il coordinamento regionale Federpesca Puglia ha ribadito le considerazioni esposte nel comunicato, assicurando che le summenzionate tematiche sono all'attenzione delle autorità politiche ed amministrative competenti ed appaiono avviate a soluzione.


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