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Anno IV N. 4 - Luglio/Ottobre 2004


Attualità
IL CONVEGNO DI ANCONA - Bilanci e prospettive del sostegno finanziario UE alla pesca
Giuseppe Manente

La necessità di operare un bilancio preciso e credibile di dieci anni di applicazione dello SFOP, cioè del fondo europeo per lo sviluppo della pesca, è stata alla base del Convegno di Ancona su "Prospettive di sostegno alla Pesca e all'Acquicoltura". Una iniziativa, quindi, doverosa e utile, soprattutto per guardare avanti e per impostare le future politiche di sostegno al comparto ittico, in vista dell'introduzione del nuovo strumento finanziario denominato FEP (Fondo Europeo per la Pesca), che sarà operativo dal 2007, una volta portato a termine il programma pluriennale di interventi europei, avviatosi nel 2000.
Indubbiamente luci ed ombre hanno caratterizzato l'operatività dello SFOP, che comunque, pur nelle sue contraddizioni e con qualche stortura applicativa, ha rappresentato un momento di svolta nell'impostazione finanziaria delle tematiche inerenti il prelievo alieutico. Si poteva fare meglio e di più, se il comparto fosse stato adeguatamente sostenuto da scelte più lungimiranti e condivise, ma lo strabismo gestionale dell'ex commissario Fishler ha spesso impedito che alcune iniziative potessero incidere efficacemente sul settore in generale e, in particolare, sulla pesca mediterranea, spesso sottovalutata o discriminata, a favore dell'imprenditorialità nordica. Probabilmente si saranno verificate delle carenze organizzative ed amministrative da parte degli Enti o associazioni preposti alla progettazione di iniziative finanziabili con fondi SFOP, nell'ambito delle provvidenze previste per le Regioni dell'Obiettivo 1, ma comunque occorre riconoscere che da parte degli organismi europei non vi è stato quel sostegno e quella disponibilità indispensabili per garantire un buon esito dei progetti innovativi e promozionali necessari per il decollo dell'attività di pesca nei paesi interessati.
Occorre, quindi, guardare avanti alla luce degli errori e delle lacune emersi, per impostare nel miglior modo possibile le iniziative future, nella consapevolezza che l'ingresso in Europa di nuovi 10 paesi, cambierà radicalmente il quadro politico ed economico di riferimento, con il rischio di avvantaggiare i "nuovi" e penalizzare ingiustamente i "vecchi", pilastri storici della costruzione comunitaria. Bisogna, a tale scopo, approfondire a dovere I'impostazione generale e particolare del FEP, analizzandone con metodo le azioni attuative, per verificarne l'aderenza alle effettive esigenze delle imprese di pesca italiane, anche, eventualmente, in vista di correzioni ed emendamenti ammissibili e possibili, dal momento che la nuova misura economico-finanziaria entrerà compiutamente in vigore il 2007, per esser operativa per il periodo 2007-2013.
In particolare, in molti interventi è stata sottolineata con forza la necessità di precisare ed eventualmente correggere gli obiettivi primari della futura politica europea della pesca, su cui saranno modulati gli interventi finanziari del FEP. Non è possibile impostare la gestione economica comunitaria del settore su una doverosa ma sterile difesa dell'ambiente marino, trascurando la sacrosanta difesa degli interessi dei pescatori.
Il confronto di Ancona è quindi un momento essenziale di riflessione e di analisi, che ha dato l'apporto atteso, data la valenza e la competenza degli interventi. Da menzionare a tal proposito la partecipazione di Stephanos Samaras, membro della Commissione europea, dei responsabili governativi per la pesca di Danimarca, Spagna e Polonia e Grecia, della professoressa Giovanna Trevisan, dell'Università Cà Foscari di Venezia, di Lea Verstraete e Johnn Mallet della Commissione europea, dei professori Cataudella e Spagnolo, ricercatori universitari, di Luigi Giannini, Ettore lanì e Evald Urtans, in rappresentanza dell'associazionismo ittico.
Come si vede, un gruppo di esperti di prim'ordine, che ha offerto un apporto determinante al fine di sviscerare in modo approfondito problematiche di grande complessità ma cruciali per stabilire le linee evolutive di un settore, come quello della pesca, in grado di portare un contributo decisivo per lo sviluppo economico di molti Stati, tra cui l'ltalia. In tal senso, importante la testimonianza portata dal Sottosegretario alla Pesca del Governo italiano, on. Paolo Bonazza Buora, a conferma dell'importanza che il nostro esecutivo attribuisce alle tematiche legate alla produttività della marineria nazionale, elemento che riveste un peso notevole sull'andamento della nostra bilancia commerciale.
Affinche comunque le riflessioni del Convegno di Ancona non siano sterili e si traducano in atti concreti ed incidenti direttamente sul mondo della pesca, è da ritenere centrale il ruolo dell'associazionismo, il solo in grado di stabilire un tramite reale tra le iniziative dei governi e dell'Europa e coloro che, in definitiva, sono i veri protagonisti e giudici del processo che può essere innestato dalle scelte finanziarie che si faranno in futuro: i pescatori che ogni giorno affrontano la fatica e i rischi insiti in un mestiere affascinante ma molto difficile, da sostenere con provvidenze intelligenti e ben valutate.
Sul prossimo numero di Assopescainforma pubblicheremo un reseconto dettagliato della discussione e delle proposte sull'introduzione del FEP.

FLASH SUL CONVEGNO

Paolo Scarpa Bonazza Buora
Sottosegretario di Stato con delega alla Pesca

  • ha espresso forti perplessità sul nuovo (Fondo Europeo per la Pesca) FEP che in realtà mette a disposizione maggiori risorse finanziarie rispetto al Precedente SFOP, ma le destina in gran parte ai nuovi paesi entrati a far parte dell'Unione Europea;
  • ha richiamato l'attenzione delle Regioni italiane a dover utilizzare sino in fondo le disponibilità finanziarie che saranno loro assegnate;
  • ritiene il FEP l'ultima "mannaia" allestita dal commissario Fischler sulle nostre comunità: punta solo sulla salvaguardia dell'ambiente, sollecita una ulteriore riduzione del 15% della flotta comunitaria, non considera dovutamente i fattori socio-economici del settore che rimane frustrato e disaffezionato;
  • ritiene che l'uscita di Fischler dallo scenario della pesca europea apre nuovi orizzonti all'azione del Commissario Joe Borg nel quale si ripone grande fiducia;
  • ritiene il FEP una logica conseguenza del Piano di Azione per il Mediterraneo che va rigettato e riformulato anche in seguito alla immissione dei nuovi paesi nella UE;
  • ha sostenuto che la pesca mediterranea, sempre assente nelle attenzioni della Commissione europea, intende riprogettare il suo futuro attraverso l'impegno dei Paesi Amici che recentemente acquistano ulteriore forza avendo accolto tra i membri dell'alleanza mediterranea (che comprende tra gli altri Tunisia, Algeria, Albania, Croazia, Slovenia) anche la Libia.

Alberto Lopez Garcia
Direttore Generale per la Pesca - Spagna

  • ritiene particolarmente grave il fatto che il FEP non sostenga adeguatamente la modernizzazione della flotta e la sicurezza del lavoro sulle navi da pesca;
  • teme la continua uscita delle navi da pesca dalla flotta europea che
    marginalizza sempre più l'incidenza economica del settore;
  • ritiene prioritarie le problematiche socio-economiche rispetto a quelle
    ambientali;
  • in pieno disaccordo eon la metodologia della proposta FEP dichiara
    ogni impegno per la sua revisione.

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