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Anno IV N. 3 - Maggio/Giugno2004


attualità - Dalla conflittualità al partenariato
II futuro della cooperazione nel Mediterraneo
Giuseppe Manente

L'ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricola Alimentare) ha recentemente pubblicato un interessante studio sulle prospettive di evoluzione della pesca mediterranea, intitolato "Dalla conflittualità al partenariato: il ruolo della pesca nel Bacino del Mediterraneo". Il testo, corredato di aggiornati dati statistici e che si avvale dell'introduzione del sottosegretario alla Pesca, on. Paolo Bonazza Sucra, è suddiviso in sette capitoli che analizzano le seguenti tematiche: la struttura e la produzione ittica nell'area mediterranea; la domanda e il consumo dei prodotti della pesca; il ruolo della pesca negli scambi commerciali nel Mediterraneo; il diritto internazionale sulla pesca; il ruolo degli organismi internazionali nella gestione delle risorse; la Conferenza ministeriale di Venezia per lo sviluppo sostenibile della pesca nel Mediterraneo; conclusioni e prospettive.
Ovviamente, la complessa ed esaustiva organizzazione dei contenuti sfocia nella tesi portante dello studio, rappresentata dall'affermazione forte della necessita di modificare profondamente l'impostazione dei rapporti internazionali in materia di pesca nel Mediterraneo, uscendo dalla fase della conflittualità, per entrare definitivamente in un ciclo virtuoso basato sulla cooperazione, fondata su regole certe e condivise.
A tal fine gli autori prendono le mosse necessariamente dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare (CNUDM), firmata a Montego Bay il 10 dicembre 1982 ed entrata in vigore il 16 novembre 1994. In essa si poneva l'accento, tra l'altro, sulla cooperazione nei mari chiusi o semichiusi, tra le varie nazioni che su di essi si affacciano, considerando sia l'esercizio dei loro diritti, sia l'imprescindibilità dei loro obblighi, tra cui può essere annoverato quello di collaborare in buona fede, partecipando a negoziati in cui si tenga conto delle esigenze di tutti gli Stati interessati. Tale principio, stabilito dagli articoli 122 e 123 delta CNUDM, pur se applicato con una certa difficoltà per una carenza sanzionatoria, è stato gia rispettato nella stipula della "Convenzione per la protezione del mar Mediterraneo" di Barcellona del 1976.
Per il futuro l'esigenza di stabilire condizioni di solidarietà tra i Paesi del Mediterraneo si accrescerà ulteriormente, dal momento che gli scenari futuri, pur se smentibili nella realtà, prospettano da una parte un accrescimento dei consumi totali di pesce tra Ie popolazioni del Bacino (Tabella 1), dall'altra la difficoltà di rispondere in maniera adeguata ad esso, per cui il ricorso massiccio alle importazioni rischia di provocare serie conseguenze economiche (Tabella 2). E' inevitabile, quindi, perseguire la via della coope- razione tra i paesi rivieraschi, al fine di salvaguardare gli interessi di tutti, senza inutili e controproducenti guerre tra entità nazionali che, e proprio il caso di dire, "stanno sulla stessa barca".
Gli strumenti istituzionali internazionali atti a conseguire tale obiettivo, esistono e vanno utilizzati al massimo delle loro potenzialità.
Innanzitutto occorre rivalutare il ruolo della Commissione Generale della Pesca per il Maditerraneo (General Fisheries Commission for the Mediterranean, GFCM) che opera in collegamento con I'ICCAT (Internatio~ nal Commission for the Conservation of Atlantic Tunes) e che ha il potere di adottare raccomandazioni sulla conservazione e la gestione razionale delle risorse marine, relative anche ai metodi, ai tempi ed agli standard sostenibili nell'attività di prelievo ittico. Finora la GFCM si e dedicata soprattutto al'esercizio di funzioni scientifiche e consultive ma in prospettiva potrebbe e dovrebbe assumere un ruolo decisivo nella promozione di politiche condivise e di attività di cooperazione attiva nel settore della pesca mediterranea.
Fondamentale e anche il compito che in tale ambito dovrebbe svolgere nei prossimi anni la Comunità Europea, sulla base delle direttive offerte dalla nuova PCP, esplicitate nella Comunicazione della Commissione al Consiglio ed al Parlamento europei dell'ottobre 2002, in cui si auspicavano precisi obiettivi per la salvaguardia della pesca mediterranea:

  1. definire una strategia concertata relativa alla giurisdizione sulle acque marittime;
  2. ridurre la pressione generale della pesca;
  3. applicare limitazioni alle catture;
  4. migliorare le modalità di sfruttamento e ridurre gli effetti negativi sugli stock e sull'ambiente;
  5. migliorare i controlli e l’esecuzione;
  6. potenziare le strutture e le conoscenze scientifiche;
  7. coinvolgere maggiormente i diretti interessati nel processo consultivo.

Si tratta di scopi condivisibili, a condizione che il loro perseguimento non penalizzi le imprese di pesca gia in difficoltà e che siano fatti convintamente propri dalle marinerie mediterranee, senza infingimenti o sotterfugi, come quelli che la cronaca recente ha evidenziato, in modo particolare nell'Adriatico.
Comunque, la strada e tracciata in modo ir- reversibile e porta alla riaffermazione della
validità, rivista e aggiornata, della definizione del Mediterraneo come "mare nostrum", intesa pero non in senso egoistico ma come emblema di un patrimonio comune, da difendere insieme soprattutto nell'interesse degli uomini che ci lavorano e che da esso traggono le risorse necessarie per la loro vita.


Consumi in crescita - Proiezioni dei consumi totali per paese in migliaia di tonnellate

Paesi

1999

2005

2010

2015

2020

2025

2030

Francia

1.782,6

1.851,7

1.918,6

1.979,5

2.009,7

2.040,7

2.066,5

Grecia

263,7

285,4

296,8

296,8

335,8

380,6

431,0

Italia

1.346,2

1.374,1

1.414,0

1.443,2

1.465,1

1.455,8

1.443,3

Spagna

1.771,2

1.729,7

1.857,8

1.811,3

1.877,5

1.816,6

1.917,6

Totale Paesi UE

5,163,7

5.240,9

5,487,1

5.530,9

5.688,1

5.693,5

5.858,4

Cipro

17,3

18,3

18,9

19,5

20,0

20,4

20,7

Matta

12,1

12,4

14,2

14,8

15,4

15,9

16,1

Slovenia

13,7

13,7

13,5

13,3

13,1

12,8

12,5

Totale Paesi candidati UE

43,2

44,4

46,6

47,7

48,5

49,1

49,4

Albania

8,8

8,7

8,8

8,9

9,6

10,2

10,7

Algeria

116,0

130,9

144,0

157,3

169,8

181,1

191,6

Croazia

23,7

22,5

22,2

21,8

22,1

22,5

22,3

Egitto

853,7

973,4

1.115,0

1.259,9

1.375,3

1.495,9

1.593,0

Israele

123,5

142,6

157,7

171,6

184,1

196,5

208,5

Libano

18,2

20,7

22,7

24,6

26,5

28,4

30,1

Libia

32,3

40,4

45,6

51,0

55,3

59,2

63,4

Marocco

252,3

271,5

293,0

313,9

333,0

350,2

365,5

Serbia e Montenegro

23,2

23,1

23,1

23,0

22,8

22,5

22,2

Siria

25,2

29,8

33,3

36,8

42,6

48,6

51,8

T.A. Palestinesi

3,6

12,6

14,9

17,4

20,0

22,8

25,6

Tunisia

93,6

98,3

105,8

1t1,2

116.2

122,8

126,0

Turchia

591,1

689,0

760,0

805,1

848.5

890,0

937,6

Totale Paesi Terzi

2.165,0

2.463,6

2.746,1

3.002,3

3.226,0

3.450,4

3.648,3

Totale mondiale

95.533,0

117.952,0

140.589,0

165.006,0

190.913,0

217.827,0

245.433,0

Fonte FAO

Import ed Export di prodotti ittici dei Paesi Mediterranei, 2001 (milioni di $ USA)

Paesi

Export

Import

 

Mil. di $ USA % sul gruppo % sul totale

Mil.di $ USA

%sul gruppo

%sul tolale

Francia

1.034

29,6

22,2

3.095

31,3

29,4

Grecia

213

6,1

4,6

313

3,2

3,0

Italia

387

11,1

8,3

2.739

27,7

26,0

Spagna

1.863

53,3

4{),0

3.742

37,8

35,5

Totale Paesi UE

3.498

100,0

75,2

9.688

100,0

93,9

Cipro

7

26,4

0,1

35

4{),3

0,3

Malta

13

51,1

0,3

23

26,7

0,2

Slovenia

6

22,5

0,1

28

33,0

0,3

Totale Paesi candidati UE 26

100,0

0,6

86

100,0

0,8

Albania

7

0,6

0,1

5

0,9

0,05

Algeria

5

0,4

0,1

14

2,5

0,1

Croazia

64

5,7

1,4

65

11,8

0,6

Egitto

1

0,1

0,03

163

29,4

1,5

Israele

7

0,6

0,1

103

18,5

1,0

libano

0,117

0,01

0,003

55

10,0

0,5

Libia

7

0,6

0,1

9

1,7

0,1

Marocco

874

77,4

18,8

10

1,8

0,1

Serbia e Montenegro

0,319

0,03

0,01

36

6,5

0,3

Siria

0,268

0,02

0,01

43

7,8

0,4

T.A. Palestinesi

nd.

nd.

nd.

nd.

nd.

nd.

Tunisia

89

7,9

1,9

19

3,4

0,2

Turchia

75

6,6

1,6

31

5,5

0,3

Totale Paesi Terzi

1.130

100,0

24,3

554

100,0

5,3

Tol.PaesiMediterranei

4.653

100,0

10.528

100,0

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