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Anno IV N. 3 - Maggio/Giugno2004


attualità
Mediterranea: regole comuni per un mare comune Convegno MIPAF - ISMEA
Luigi Campo

Una politica della pesca nel Mediterraneo ampiamente ridefinita e lealmente concertata è stata la richiesta urgente ricorrente in tutti gli interventi durante il convegno promosso dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e organizzato aRoma il 7 luglio 2004 dall'ISMEA.
Regole comuni per un mare comune. Primo fra tutti ad affermarlo a gran voce è stato il sottosegretario alle politiche agricole on. Paolo Scarpa criticando, aspramente e ad ogni livello, l'operata della Comunità Europea. "AI ministero delle politiche agricole, ha affermato il sottosegretario, la concertazione - anzi la consultazione con le parti sociali - e' una pratica costante. Dovrebbe esserlo anche a livello comunitario, ma così finora non è stato". Scarpa ha auspicato che il nuovo presidente dell'esecutivo comunitario Jose Manuel Durao Barroso modifichi radicalmente la linea politica della commissione nei confronti degli stati membri e delle loro organizzazioni della pesca.
I rappresentanti delle associazioni di categoria hanno tutti condiviso e sostenuto le linee di azione tracciate dal Sottosegretario.
Particolare attenzione nell'intervento dell'on. Scarpa ha avuto il funzionamento del Consiglio Generale della Pesca nel Mediterraneo. E' da Ii che devono giungere le proposte più incisive. II Consiglio deve essere un momento di concertazione leale per superare ogni contrasto e per ricercare accordi duraturi che eliminino momenti di tensione come quello recentemente creatosi in seguito alle scelte croate sulla zona esclusiva ecologica e di pesca.
Lo ascoltavano, tra gli altri, gli ambasciatori Drago Kraljevic per la Croazia, Mohamed Jegham per la Tunisia, Reguieg Mokhtar per l'Algeria, Helmy Bedeir per l'Egitto, Milan Paksi per la Slovacchia, Sven Skafte per la Danimarca, Suliman Busedra per la Libia.
II ruolo della CGMP, ha proseguito Scarpa, è importantissimo e la sua prossima riunione a Malta è una testimonianza del successo della Conferenza di Venezia delle scorso Novembre; a Malta si costruirà un sistema di regole che senza essere punitive per i nostri peccatori dovranno consentire un'attività di pesca nel Mediterraneo sviluppata in un contesto di buone relazioni con tutti i paesi che condividono lo stesso mare. La felice soluzione della recente questione croata è la prova tangibile della voglia di collaborazione esistente tra i paesi del Mediterraneo nell'interesse esclusivo della gente di mare.
Ma la condizione essenziale, per rendere la pesca mediterranea sostenibile, e che i pescatori comprendano e condividano le regole, una volta che queste vengono definite. Per questo la costituzione dell'associazione professionale mediterranea MEDISAMAK è da considerare una tappa fondamentale per la costruzione di un sistema di gestione della pesca. II confronto all'interno dell'associazione e la concreta attivazione del CGPM, può garantire una diversa politica della pesca in Mediterraneo, una politica definita da regole comuni: non più regole piovute in Mediterraneo dal cielo di 8ruxelles ma misure tecniche e di gestione scaturite dal confronto tra operatori e ricercatori dei paesi rivieraschi e proposte alla commissione europea per la loro traduzione in regolamenti.
I rapporti di collaborazione leale tra i veri paesi bagnati dal Mare Mediterraneo, ha concluso l'on. Scarpa, diretti principalmente a salvaguardarne la specificità, consentiranno a questo mare di essere veramente il Mare Nostrum.

Costituita a Tunisi l'Associazione "MEDISAMAK"
Riuniti a Tunisi il 7 Maggio 2004 su iniziativa di Europeche (l'Associazione delle organizzazioni nazionali di imprese di pesca dell'UE) e con il sostegno della Commissione Europea, le Associazioni della pesca di 11 Paesi costieri del Mediterraneo (Albania, Algeria, Egitto, Spagna, Francia, Grecia, Italia, Libia, Malta, Marocco e Tunisia) hanno fondato l'Associazione MEDISAMAK; l'idea era stata lanciata dalla Conferenza diplomatica di Venezia del novembre 2003, che aveva tra l'altro incoraggiato la costituzione di una entità associativa dei pescatori professionisti del bacino.
L'avvenimento si e svolto alla presenza del Ministro dell'Agricoltura e della Pesca della Tunisia, Mohamed Habib Haddad, di Amor Elabed, Segretario di Stato tunisino, del Presidente dell'UTAP (Union Tunisienne de I'Agriculture et de la Peche) A. Bacha, di altri funzionari della Direzione Generale della Pesca della Commissione Europea, e dei Direttori Generali della Pesca di diversi paesi costieri del Mediterraneo.
MEDISAMAK, la cui sede è stata fissata a Tarragona (Spagna), è aperta a tutte le organizzazioni nazionali rappresentative dei professionisti della pesca operanti in tutti i Paesi costieri del Mediterraneo e ha la finalità di rappresentare e far valere i loro interessi generali e specifici presso le Autorità regionali, nazionali e comunitarie.
MEDISAMAK, inoltre, conta di elaborare delle proposte di iniziative finalizzate a migliorare le attività di pesca tutelando nel contempo le risorse ittiche, promuovere progetti pilota che favoriscano lo sviluppo della professione di pescatore e ricercare tutto il consenso possibile per attuare un processo di armonizzazione delle regolamentazioni della pesca in vigore nel bacino.
II Comitato esecutivo di MEDISAMAK, in cui le Organizzazioni italiane (AGCI Pesca, Lega Pesca, Federcoopesca e Federpesca) sono rappresentate da Giampaolo Buonfiglio, ha eletto Presidente Mourad Kahoul, un Francese di origini italo-arabe con un'esperienza professionale diretta nel mondo della pesca ed una solida esperienza nei rapporti nord/sud mediterranei.


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