Assopesca Molfetta

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Anno IV N. 2 - Marzo/Aprile 2004


Sicurezza sul lavoro - Due gravi incidenti che reclamano interventi strutturali
La sicurezza nell'entrata nei porti
Francesco Mastropierro

7 marzo 2004; verso le ore 23 il M/P "Nunzia Ragno" si era incagliato sul frangiflutti del porto di Licata.

Costruito ne11972, il peschereccio era iscritto presso Compamare Molfet­ta al n° ML972; SL 105 tonnellate, lunghezza 25 metri.

Informata tempestivamente l'Auto­rità Marittima e vista l'impossibilità di disincagliare il natante in tempi brevi, l'equipaggio veniva portato a terra.

Nei giorni seguenti lo scafo era stato alleggerito di ancore, catene, combu­stibile ed altro; sono stati esperiti rei­terati tentativi di recupero, ma questi sono stati seriamente ostacolati da awerse condizioni meteo e, nonostan­te anche l'intervento di sommozzatori, la forza del mare ha avuto il soprav­vento sulla robustezza dello scafo, che è andato totalmente perduto.

20 aprile 2004; verso le ore 01 il M/P "Nuova Carmela Madre" aveva urtato con la prora contro l'esterno della Diga "Achille Salvucci", in fase di atterraggio al porto di Molfetta.

Costruito nel 2002, il peschereccio è iscritto presso Compamare Molfetta al n° ML 1157; SL 59 tonnellate, lun­ghezza 22 metri.

Accertato subito che il natante stava

imbarcando acqua da prora e visto che la portata della pompa di esauri­mento era inferiore a quella dell'alla­gamento, si disincagliava 10 scafo con i propri mezzi e 10 si faceva spiaggiare su un basso fondale vicino all'estremità meridionale della diga "Salvucci".

Era stata tempestivamente informa­ta l'Autorità Marittima ed erano subito cominciati gli accertamenti dei danni per pianificare le operazioni di recupe­ro. Queste sono state assistite dalle Autorità Marittime e Comunali, hanno visto l'impiego di mezzi e persone necessarie, fino al coronamento degli sforzi che hanno riportato in galleggia­mento il peschereccio. Ovviamente il natante è stato subito rimorchiato fino allo scalo di alaggio per le riparazioni.

La partecipazione alle operazioni è stata corale, coinvolgendo Autorità, Enti e privati nella riuscita del recupero, atteso che il peschereccio ha soltanto un paio d'anni di vita ed il suo valore commerciale supera un miliardo delle vecchie lire.

Questi due sinistri, sebbene fortu­natamente non abbiano comportato danno alle persone, hanno causato notevoli danni materiali e finanziari: nel primo caso citato si è trattato ad­dirittura di perdita totale del natante.

Detti sinistri, si sono verificati in aree geograficamente diverse, ma innescano profonde riflessioni per due motivi: si sono registrati a breve distan­za di tempo fra loro e sono stati origi­nati da un movente comune nella so­stanza, sebbene le motivazioni siano diverse fra loro.

Quando si registra un incidente lo si può ritenere una fatalità o una di­sgrazia -prevedibile o meno - ma quando si ripete poco dopo un altro analogo incidente, si scarta decisa­mente la prima ipotesi e si va a cercare la causa scatenante.

Nel caso specifico questa è insita nella difettosa visibilità dei segnala­menti luminosi preposti ad individuare le imboccature dei porti; in particolare:

Per quanto concerne Licata, un attento esame dei fanali ha rivelato alcune gravi incongruenze fra il "Piano del Porto" e 1"'Elenco Fari e Fanali" (entrambe pubblicazioni dell'Istituto Idrografico della Marina), ciò che crea un'indistricabile confusione: sembra che proprio il fanale rosso in prossimità del quale è naufragato il "Nunzia Ragno" non sia contemplato nel citato Elenco!

Per quanto concerne Molfetta, le cose sono diverse, nel senso che i segnalamenti marittimi sono normal­mente visibili per le navi provenienti da scirocco (Bari), mentre atterrando con rotte meridionali (ossia provenen­

do dal Gargano), le luci della città ­numerose e di notevole intensità inter­feriscono persino con il faro (la cui portata luminosa è di ben 17 miglia) e perciò creano grande difficoltà a chiun­que si awicini al porto da quella parte.

Pertanto si può concludere che en­trambi i sinistri non sarebbero occorsi se i natanti fossero entrati in porto di giorno, atteso che i comandanti cono­scono bene i porti abituali di scalo; gli incidenti sono addebitabili -senza ombra di dubbio -alle difficoltà gene­rate dai segnalamenti luminosi.

Le Autorità preposte sono chiamate a prendere con urgenza le opportune misure in tutti i porti nazionali per evi­tare il ripetersi di incidenti similari a quelli teste citati, atteso che detti sinistri potrebbero verificarsi ovunque in tempi futuri !


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