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Anno IV N. 1 - Gennaio/Febbraio 2004


produzione, commercio, consumo
Le nuove tendenze nella commercializzazione al dettaglio dei prodotti ittici
A cura dell'Ufficio Stampa e Documentazione Centro Servizi Assopesca

L'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea), sulla base di dati rilevati da IRI-InfoScan, nella settimana centrale di ogni mese su un campione di 50 punti di vendita della Grande Distribuzione Organizzata (GDO), ha effettuato un'analisi dell'andamento dei prezzi al consumo dei prodotti ittici nel 2002.

I punti di vendita, che hanno costituito il campione, sono stati quelli presenti in ipermercati e supermercati ubicati in centri urbani, scelti in rappresentanza delle quattro aree geografiche: Nord­Ovest (20 punti di vendita), Nord-Est (11 punti di vendita), Centro (11 punti di vendita) e Sud (8 punti di vendita).

Dall'analisi risulta che nel 2002 è ulteriormente cresciuta la percentuale della spesa per i consumi domestici di prodotti ittici effettuata dalle famiglie italiane presso i punti di vendita della distribuzione moderna (ipermercati, supermercati, discount). Una indagine condotta da Ismea-ACNielsen rileva, infatti, che su una spesa complessiva di circa 3.521 milioni di euro, l'incidenza di questo canale di vendita ha superato il 64%, a fronte di una contrazione di oltre quattro punti percentuali della quota relativa alla distribuzione tradizionale (pescherie, ambulanti), scesa al 35,4% (tab.).

A determinare questi risultati ha contribuito in buona parte il calo accusato nel 2002 dagli acquisti di prodotti freschi e decongelati, prodotti che tradizionalmente vengono comprati di preferenza presso le pescherie. La marcata flessione delle vendite di questa tipologia, registrata soprattutto al Sud, ha determinato nell'anno in esame la perdita della leadership, in termini di quota di mercato, del canale pescherie a vantaggio della distribuzione moderna, presso la quale è sempre più frequente trovare spazi attrezzati alla vendita di questo tipo di prodotti.

La distribuzione tradizionale nel 2002 è risultata, comunque, la fonte di acquisto con la quota di mercato più elevata nella vendita sia dei prodotti freschi e decongelati sia dei prodotti congelati sfusi, grazie anche alla tenuta del canale ambulanti che, con una quota di mercato del 12,6%, in lieve crescita rispetto al 2001, si è confermato al terzo posto nella vendita dei prodotti freschi e decongelati e al quinto posto con una quota del 4,1%, rispetto al 3,5% dell'anno precedente, nella vendita dei prodotti congelati sfusi.

La distribuzione moderna è risultata, invece, la fonte preferita dalle famiglie italiane per l'acquisto dei prodotti surgelati confezionati (88,2%) e di quelli conservati (95%), benche per i primi si sia registrata, rispetto al 2001, una flessione di oltre un punto percentuale nella quota di mercato in valore.

Nel 2002 è cresciuta sensibilmente anche la vendita dei prodotti secchi, salati e affumicati, portando la quota di mercato dal 46, 7% al 55,6% e togliendo la leadership alla distribuzione tradizionale, scesa dal 52,5% al 43, 7%.

Nell'ambito della distribuzione moderna è da rilevare, infine, la situazione stazionaria del canale discount (supermercati di concorrenza), con una quota di mercato che si attesta ormai da alcuni anni intorno al 3%. Negli ultimi due anni, infatti, a fronte della crescita delle quote di mercato relative ai prodotti congelati sfusi, a quelli secchi, salati e affumicati e ai prodotti freschi e decongelati, i discount hanno perso posizioni nella vendita ei prodotti surgelati confezionati e di quelli conservati, passando rispettivamente dal 7,4% e 6,5% del 2000 al 6,5% e 5,5% del 2002.


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