Proposta per fermo biologico anno 2002
Premessa
La difficile congiuntura nel sistema nazionale della pesca, unita ad elementi strutturali di crisi del settore, in assenza di decisi interventi correttivi per il rilancio e l'ammodernamento, rischia di avvitarsi in una irreversibile caduta con gravissime ripercussioni sull'economia, sull'occupazione e sull'indotto della pesca italiana.
Occorrono interventi che abbiano il carattere del coraggio nelle scelte, della decisione nel perseguire gli obiettivi, dell'integrazione nelle azioni da mettere in campo.
Pertanto il provvedimento del fermo biologico, pur importante e vitale nelle politiche di tutela delle risorse alieutiche, se isolato da un contesto di misure aggiuntive e tra loro integrate, vedrebbe vanificato l'obiettivo prioritario e sarebbe vissuto dalle imprese e dai pescatori come un ulteriore fattore di crisi, in assenza di interventi finanziari da parte della C.E. a sostegno delle imprese, vietati dalla normativa comunitaria, e di ammortizzatori sociali a difesa del reddito dei lavoratori marittimi imbarcati sulle navi da pesca.
Elementi portanti per la qualità e l'efficacia del provvedimento di fermo biologico dovranno essere:
- la tutela delle risorse alieutiche, come valore condiviso dalle imprese e dalla collettività
- la flessibilità e la responsabilità della pesca
- la riduzione efficace dello sforzo di pesca
- la realizzazione contestuale di piani per il recupero delle risorse e/o ripopolamento
- i controlli mirati e le sanzioni significative
- l'incentivazione di politiche aziendali che diversifichino l'attività produttiva e sostengano il reddito delle imprese i necessari ammortizzatori sociali per la tutela del reddito
Linee guida per il fermo biologico
Previsione di un plafond annuale di 210 giorni per ciascuna impresa
Integrazione del plafond con un rafforzamento delle politiche di contenimento dello sforzo di pesca con il divieto assoluto di pesca entro il limite della batimetrica di 100 m.o della fascia costiera di 6 miglia nel periodo giugno - ottobre, un tetto massimo di 70 giorni consentiti per l'attività di pesca( sempre all'interno del plafond annuale) e/o limite di tre giorni settimanali a rotazione
Abolizione del fermo tecnico o un suo ridimensionamento che consenta di rendere effettiva la flessibilità e l'autoresponsabilità, prevedendo al possibilità di recupero dei periodi di fermo a causa di avverse condizioni meteomarine o interruzioni forzose dell'attività di pesca per avarie, incidenti, etc.
Istituzione di zone di ripopolamento e di piani di recupero e di ripopolamento delle risorse, per attivare le misure comunitarie di sostegno
Incentivo della diversificazione produttiva attraverso la "'pescaturismo" nei periodi di interruzione dell'attività di pesca
Istituzione di controlli efficaci, mirati e continui per premiare i comportamenti virtuosi e rispettosi della legge e sanzionare in modo deciso i comportamenti illegali (i controlli dovrebbero essere svolti integrando la blue box, che andrebbe resa obbligatoria per tutti i natanti da pesca, con altre forme di controllo a terra e in mare)
Misure finanziarie di tutela del salario dei marittimi imbarcati sulle navi da pesca (ammortizzatori sociali)
Tali misure, se attuate contestualmente potrebbero innescare un circuito virtuoso che consegua l'obiettivo di coniugare gli indispensabili interventi di tutela delle risorse e di riduzione significativa dello sforzo di pesca con il reddito delle imprese e la salvaguardia dei salari dei lavoratori dipendenti.