Crisi della pesca: Un settore senza prospettive
Il settore della pesca sta attraversando, ormai da troppo tempo, una fase congiunturale fortemente negativa caratterizzata da una preoccupante insostenibilità economica dell'attività. Aumento esponenziale dei costi di produzione e dei costi di adempimento, riduzione progressiva dei rendimenti in termini di pesca e politiche comunitarie filo ambientaliste troppo orientate alla tutela dell'equilibrio eco sistemico e poco attente alla dimensione economica e sociale del settore rappresentano il coacervo di fattori negativi che compromettono ormai la stessa sopravvivenza del sistema pesca italiano.
Il costo del gasolio da pesca, che nel nostro Paese continua a lievitare anche a causa di un sistema distributivo bloccato e di dubbia trasparenza, ha reso antieconomica l'attività di pesca, erodendo una percentuale consistente ed insostenibile dei ricavi ( i costi di produzione ormai erodono oltre il 70% dei ricavi).
In questo contesto di crisi profonda le risposte che arrivano al settore sono rappresentate esclusivamente da un nuovo sistema dei controlli e delle sanzioni, intollerabile, vessatorio e punitivo, che spazia dalla produzione alla commercializzazione dei prodotti della pesca e da sempre più complessi adempimenti a carico delle imprese che appesantiscono la gestione aziendale e contribuiscono a rendere antieconomica l'attività. Come se non bastasse negli ultimi mesi abbiamo registrato una inspiegabile riduzione dei benefici fiscali e previdenziali, nuovi rialzi record del costo del gasolio e in ultimo il colpo di grazia della pretesa tassazione IVA sul gasolio che per la verità sta trovando soluzione, anche grazie ad una più attenta e razionale interpretazione del nuovo dettato normativo.
Le Associazioni Regionali della Pesca dichiarano pertanto lo stato di agitazione con l'organizzazione di iniziative di mobilitazione e sensibilizzazione sul territorio, solidali con i movimenti di protesta che agitano la pesca pugliese ed italiana.
Chiediamo pertanto al Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e all'Assessore Regionale alle risorse Agroalimentare Dario Stefano, di mettere al centro dell'agenda regionale le gravissime problematiche del settore della pesca pugliese, di ascoltare le legittime richieste degli operatori della pesca e delle Associazioni di categoria per aprire un confronto serrato con il Governo nazionale e l'Unione Europea finalizzato a ridiscutere gli aspetti più controversi e spesso controproducenti, rispetto alla realtà della pesca italiana e mediterranea, dei tanti provvedimenti che sono già entrati in vigore o che lo saranno a breve ed a individuare quelle misure ed interventi che possano consentire l'avvio di un complessivo piano di rilancio del settore.