Crisi della pesca: Un settore senza prospettive

23/01/2012

Il settore della pesca sta attraversando, ormai da troppo tempo, una fase congiunturale fortemente negativa caratterizzata da una preoccupante insostenibilità economica dell'attività. Aumento esponenziale dei costi di produzione e dei costi di adempimento, riduzione progressiva dei rendimenti in termini di pesca e politiche comunitarie filo ambientaliste troppo orientate alla tutela dell'equilibrio eco sistemico e poco attente alla dimensione economica e sociale del settore rappresentano il coacervo di fattori negativi che compromettono ormai la stessa sopravvivenza del sistema pesca italiano.
Il costo del gasolio da pesca, che nel nostro Paese continua a lievitare anche a causa di un sistema distributivo bloccato e di dubbia trasparenza, ha reso antieconomica l'attività di pesca, erodendo una percentuale consistente ed insostenibile dei ricavi ( i costi di produzione ormai erodono oltre il 70% dei ricavi).
In questo contesto di crisi profonda le risposte che arrivano al settore sono rappresentate esclusivamente da un nuovo sistema dei controlli e delle sanzioni, intollerabile, vessatorio e punitivo, che spazia dalla produzione alla commercializzazione dei prodotti della pesca e da sempre più complessi adempimenti a carico delle imprese che appesantiscono la gestione aziendale e contribuiscono a rendere antieconomica l'attività. Come se non bastasse negli ultimi mesi abbiamo registrato una inspiegabile riduzione dei benefici fiscali e previdenziali, nuovi rialzi record del costo del gasolio e in ultimo il colpo di grazia della pretesa tassazione IVA sul gasolio che per la verità sta trovando soluzione, anche grazie ad una più attenta e razionale interpretazione del nuovo dettato normativo.

Le Associazioni Regionali della Pesca dichiarano pertanto lo stato di agitazione con l'organizzazione di iniziative di mobilitazione e sensibilizzazione sul territorio, solidali con i movimenti di protesta che agitano la pesca pugliese ed italiana.

Chiediamo pertanto al Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e all'Assessore Regionale alle risorse Agroalimentare Dario Stefano, di mettere al centro dell'agenda regionale le gravissime problematiche del settore della pesca pugliese, di ascoltare le legittime richieste degli operatori della pesca e delle Associazioni di categoria per aprire un confronto serrato con il Governo nazionale e l'Unione Europea finalizzato a ridiscutere gli aspetti più controversi e spesso controproducenti, rispetto alla realtà della pesca italiana e mediterranea, dei tanti provvedimenti che sono già entrati in vigore o che lo saranno a breve ed a individuare quelle misure ed interventi che possano consentire l'avvio di un complessivo piano di rilancio del settore.