COMUNICATO - Entrata in vigore delle misure tecniche del Regolamento Mediterraneo: stato di agitazione delle marinerie pugliesi

23/04/2010

La prevista entrata in vigore, a partire dal 1 giugno del corrente anno, di alcune disposizioni del Reg. (CE) 1967/2006 recante "Misure di gestione per uno sfruttamento sostenibile delle risorse per la pesca nel Mediterraneo" (Regolamento mediterraneo), con particolare riferimento a quelle riferibili alle zone di pesca protette ed alle restrizioni relative agli attrezzi da pesca, sta preoccupando fortemente le imprese del settore e conseguentemente si stanno strutturando più o meno autonomi movimenti di protesta degli operatori della pesca.
Preoccupa infatti l'impatto sulla redditività dell'attività di pesca di dette misure atteso che le poche sperimentazioni esistenti sulla selettività dei nuovi attrezzi da pesca evidenziano riduzioni del pescato, diversamente articolate a seconda delle diverse specie bersaglio, e comunque non inferiori al 40%.
Ci è giunta notizia di una manifestazione di protesta di tutte le marinerie italiane, programmata per il 23 aprile a Roma per contrastare la politica della pesca comunitaria nel mediterraneo.
La situazione si sta facendo sempre più preoccupante in quanto l'impatto delle nuove misure di selettività, senza tolleranze o deroghe, potrebbe rivelarsi devastante in un contesto di debolezza delle nostre imprese di pesca e di crisi ormai strutturale del settore.
La situazione è ancora più grave per il segmento della pesca del pesce azzurro, in quanto lo stesso è oggi interessato da una crisi profonda che riviene da serie difficoltà di mercato, anche in conseguenza di sequestri operati dagli organi di vigilanza su detti prodotti, per l'accertata presenza di parassiti (anisakis); questa situazione, già preoccupante, è destinata ad aggravarsi pesantemente per l'ulteriore impatto conseguente all'entrata in vigore delle nuove misure comunitarie.
Diversi operatori del segmento hanno già disarmato ed ormeggiato in banchina le loro unità peschereccie, licenziando gli equipaggi, in quanto non ritengono più sostenibile una attività di pesca che non consente nemmeno il recupero delle spese di gestione dei natanti.
Di fronte a queste assai preoccupanti e devastanti problematiche è necessaria la mobilitazione di tutte le forze politiche, nazionali e regionali, e delle strutture di governo della pesca perché le stesse si facciano carico della gravissima situazione del settore ed attivino le possibili misure compensative necessarie a contenere, almeno fino al ripristino di condizioni di normalità e sostenibilità nei rendimenti da pesca, gli effetti particolarmente penalizzanti delle disposizioni comunitarie in riferimento.
La Comunità ha, infatti, già escluso ogni possibilità di ulteriori proroghe e quindi diventa oltremodo necessario varare un piano straordinario di sostegno finanziario per le imprese ed i lavoratori della pesca, almeno per quelle maggiormente interessate e penalizzate dalle nuove misure comunitarie.
Nella nostra regione la economia della pesca, come noto, assume un rilievo significativo ma rischia una consistente e preoccupante perdita di centralità se non si recupera la necessaria priorità ed attenzione al settore nell'azione di governo del nostro assessorato.
Per questo chiediamo un incontro urgente con l'assessorato regionale per poter insieme discutere delle problematiche evidenziate, esaminare la condizione di crisi del settore e definire, di concerto, le strategie, gli interventi e le misure necessarie al sostegno al settore, alla sua modernizzazione e possibilmente al suo rilancio competitivo.
Chiediamo quindi di essere ascoltati, con ogni possibile sollecitudine, per portare all'attenzione dell'agenda del governo regionale la difficilissima situazione del comparto pesca.
La pesca pugliese, già indebolita da una sfavorevole congiuntura economica e da una condizione di crisi ormai strutturale, rischia, con l'entrata in vigore delle nuove misure comunitarie, la definitiva marginalizzazione, la irreversibile perdita di competitività e la fuoriuscita di imprese e lavoratori.
Riteniamo determinante il necessario sostegno delle Pubbliche Amministrazioni, locali e nazionali, che pongano al centro le esigenze di redditività delle imprese, positivamente coniugate alle esigenze di tutela e valorizzazione del lavoro degli addetti alle attività di pesca, in un contesto di politica della pesca caratterizzato dalla sostenibilità come valore da conseguire e realizzare in termini di necessario equilibrio tra condizioni di sostenibilità ambientale, sostenibilità economica e sostenibilità sociale.
Le sfide che attendono il settore sono tante e certamente difficili da superare; per questo è necessaria la concertazione tra le parti, la condivisione delle problematiche, la efficace sinergia, la voglia di cambiamento che deve caratterizzare il necessario processo di rinnovamento del settore superando le logiche depressive che attualmente connotano il settore e che sembrano caratterizzare lo stesso processo di rimodulazione della politica comunitaria della pesca.
Uno sviluppo sostenibile della pesca non può realizzarsi soltanto con la logica depressiva della demolizione, dell'arresto definitivo dei natanti, delle continue retrizioni all'attività ma deve potersi realizzare attraverso azioni di contenimento dello sforzo coniugate ad investimenti mirati alle politiche di modernizzazione, competitività e salvaguardia di adeguati livelli di reddito per le imprese e per tutti gli addetti.
Dobbiamo poter resistere oggi per tentare un ritorno allo sviluppo in futuro.

Molfetta 21 aprile 2010

Il Coordinatore regionale
Cap. Biagio de Candia