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23/02/2006 - LAVORATORI EXTRACOMUNITARI PER LA PESCA MARITTIMA - STABILITI I FLUSSI DI ENTRATA

Finalmente in pubblicazione il Decreto con il quale vengono stabiliti i flussi per l'ingresso in Italia, per motivi di lavoro, di personale extracomunitario.
Il provvedimento, in via di perfezionamento, consentirà, anche al settore marittimo, di superare l'attuale situazione di difficoltà nel reperimento di lavoratori marittmi da destinare ad imbarchi su natanti da pesca. Questo provvedimento consente di superare l'anomalia della Legge Bossi-Fini "Legge sull'immigrazione" che teneva conto solo di lavoratori marittimi del grande cabotaggio e comunque escludeva la possibilità di visti differenziati per i marittimi da imbarcare su navi da pesca.
La necessità, fortemente avvertita nel settore, di disporre di manodopera da destinare all'attività di pesca, ha trovato soluzione, grazie alla forte mobilitazione di Federpesca, nel Decreto concernente la programmazione dei flussi di ingresso dei lavoratori extracomunitari per l'anno 2006, che all'art. 2 prevede, specificatamente per il settore della pesca marittima, una quota "nazionale" di 2500 risorse umane, senza contatori per regioni o province.
E' evidente che, dovendosi far esclusivo riferimento alla quota nazionale, le richieste dovranno essere canalizzate attraverso un referente nazionale, da individuare, fermo restando le procedure previste per il rilascio del visto che dovranno concludersi con la stipula della Convenzione di Imbarco.
Per i lavoratori neo-comunitari interessati all'attività di pesca (Polacchi, Estoni, Lettoni, Lituani) non si pongono ovviamente problemi di quote di ingresso.
L'attenzione di Assopesca e Federpesca alla problematica dei lavoratori extracomunitari ha consentito quindi di superare le difficoltà attuali ma la mobilitazione rimane viva per tentare di correggere alcune anomalie del provvedimento in approvazione. Si vuol fare riferimento in particolare alla disposizione di cui all'art. 2 che, pur fissando la quota di cittadini stranieri non comunitari residenti all'estero in 2500 per il settore della pesca marittima, esclude che in detta quota possano rientrare cittadini stranieri provenienti dai Paesi citati nel successivo art. 5 (Tunisini, Marocchini, Egiziani, Nigeriani, Albanesi).
Altra anomalia da superare è quella relativa alle procedure previste per il rilascio del visto, stanti le specifiche disposizioni del Decreto Ministero dei Trasporti e della Navigazione del 10/06/1998 in materia di "Delega per le autorizzazioni all'imbarco ai sensi dell'art. 318 del Codice della Navigazione su navi da pesca".

 

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